I raid aerei che gli Stati Uniti conducono in Siria non mirano a colpire il regime di Bashar al-Assad. E' questo il messaggio che un inviato del premier iracheno Haider al-Abadi ha consegnato ad Assad la scorsa settimana, per contro di Washington. Lo ha detto lo stesso al-Abadi, parlando con un gruppo di giornalisti a New York, dove si trova per l'Assembela Generale delle Nazioni Unite.
Lo scorso 16 settembre, il consigliere nazionale iracheno per la sicurezza, Faleh al-Fayad, è stato a Damasco per un colloquio con Assad, poco dopo l'annuncio del presidente Barack Obama di voler estendere alla Siria i raid aerei contro lo Stato islamico (Is).
In quell'occasione, Fayad ha detto ad Assad che i raid si sarebbero concentrati esclusivamente su obiettivi dell'Is. "Avevamo ricevuto questo messaggio dagli americani - ha detto il premier iracheno - e gli stessi americani ci avevano chiesto di trasmetterlo".
"Abbiamo avuto lunghe discussioni con i nostri amici statunitensi - ha proseguito al-Abadi - e quello che hanno sottolineato è che il loro obiettivo in Siria non è destabilizzare il paese, minacciare la sovranità siriana o attaccare il regime, quanto piuttosto ridurre le capacità dell'Is e degli altri gruppi estremisti islamici" attivi nel paese.
"Come paese vicino - ha proseguito Abadi - non voglio contribuire alla disintegrazione della Siria o diminuire la sua sovranità. Quindi ho trovato giusto inviare un mio emissario a informare Damasco. Questa è la nostra visione, questo è il nostro obiettivo e (la Siria, ndr) non deve fraintendere".