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Nato, Marsili: "Erdogan alza prezzo prima del voto ma Svezia entrerà"

25 gennaio 2023 | 17.18
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L'ex ambasciatore in Turchia, "rogo Corano poteva essere evitato, tema pesa su campagna elettorale"

Nato, Marsili:

Bruciare il Corano davanti all'ambasciata turca a Stoccolma ha irrigidito ulteriormente la posizione del presidente Recep Tayyip Erdogan e "gli ha consentito di alzare il prezzo" del suo veto all'ingresso della Svezia nella Nato, come dimostra l'annunciato stop ai negoziati. Ingresso che, malgrado viva ora una fase di "stallo" dovuta anche alle elezioni politiche che dovrebbero tenersi il 14 maggio in Turchia, "in una prospettiva più lontana" avverrà. E' quanto sostiene in un'intervista all'Adnkronos l'ex ambasciatore italiano in Turchia, Carlo Marsili, secondo cui il rogo del Corano "forse poteva essere evitato" o "dirottato" in un altro luogo che non fosse l'ambasciata turca. In ogni caso, Erdogan, che era "in difficoltà" nel convincere Stoccolma a farsi consegnare un certo numero di attivisti curdi, ha colto la palla al balzo e - ragiona Marsili - sta sfruttando il tema per propri interessi elettorali.

"Si tratta di episodi che vanno visti alla luce della politica interna turca. Siamo di fatto entrati in campagna elettorale ed elementi nazionalisti e religiosi premono su Erdogan perché si dimostri adamantino sulle richieste che ha fatto - è la chiave di lettura dell'ambasciatore - A maggior ragione dopo un episodio che è visto come un oltraggio negli ambienti religiosi turchi".

Secondo Marsili, il rogo del Corano ha consolidato uno "stallo" tra Ankara e Stoccolma da cui "diventa sempre più difficile uscire", ma in "prospettiva più lontana non credo che la Turchia vorrà bloccare veramente l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato". Sui tempi, l'ambasciatore ritiene "molto difficile" che possa avvenire prima del voto "a meno che non ci siano veramente passi da parte svedese che consentano a Erdogan di togliere il veto, quindi la consegna di un numero rilevante di elementi ritenuti terroristici da Ankara", mentre "dopo le elezioni il discorso cambia" perché Erdogan, se dovesse vincere, "avrebbe le mani molto più libere".

Marsili evidenzia quindi come la questione del rogo del Corano e dell'ingresso dei due Paesi scandinavi nella Nato abbia "un certo peso" nella campagna elettorale in Turchia, dove la politica estera, a differenza di quanto accade in Occidente, "conta di più perché subentra l'elemento nazionalista".

Anche il contenzioso con la Grecia o la questione siriana vengono presentate come temi di difesa nazionale, conclude l'ambasciatore, secondo cui "a questa dimensione si aggiunge il fattore religioso che pesa su un certo tipo di elettorato. Poiché le elezioni sono assolutamente in bilico, con il presidente dato in recupero, Erdogan gioca molto sulla questione".

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