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Ucraina, il Cremlino lascia alle regioni la patata bollente della ricostruzione

09 luglio 2022 | 13.35
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San Pietroburgo gemellata con Mariupol. Mosca con Donetsk e Luhansk. Sono oltre 40 le regioni della Federazione russa che si sono già fatte avanti per assumersi la responsabilità di una zona dell'Ucraina occupata. L'onore non è solo quello di rifinanziare la ripresa, ma anche quello di russificare.

Ucraina, il Cremlino lascia alle regioni la patata bollente della ricostruzione

Mariupol gemellata con San Pietroburgo. Donetsk e Luhansk con Mosca. Il Cremlino lascia alle regioni della Federazione russa il gravoso compito di ricostruire le città ucraine occupate dopo i devastanti combattimenti di cui sono state teatro, i "territori liberati", secondo la retorica di Mosca. Il modello è quello inaugurato con la pandemia: la verticale del potere si dissolve in favore della redistribuzione delle responsabilità, laddove i problemi sono difficili da nascondere.

Il governatore della regione che fu 'finestra sull'Europa', Aleksandr Beglov, ha dato il via di recente al programma del governo russo con una visita fra le macerie di Mariupol. Ma sono più di quaranta le regioni della Federazione che hanno annunciato la loro intenzione di prendersi cura di una zona dell'Ucraina occupata dalle forze russe.

Da Mariupol, Beglov ha annunciato che ogni scuola della città sul Mar Nero devastata dalla lunga battaglia per il suo controllo sarà associata a una scuola della regione che amministra. A Mariupol, Beglov si è prima recato in una scuola, dove ha distribuito tablet ai ragazzi. Si è poi fermato al teatro, dove sarebbero stati uccisi centinaia di civili nei bombardamenti delle forze russe a marzo.

"Ogni scuola di Mariupol sarà assistita da un istituto di San Pietroburgo", ha affermato, anticipando in seguito il finanziamento della ricostruzione di case, scuole e asili nido. Per questo saranno anche inviate squadre di operai edili. Ma è previsto l'arrivo anche di funzionari amministrativi e insegnanti. Per rendere più spedito il processo di russificazione. Che il gemellaggio non riguardi solo la ricostruzione materiale è stato dimostrato dall'"Alye Parusa" (vele scarlatte) la grande festa tradizionale di San Pietroburgo per i ragazzi diplomati, che quest'anno si è tenuta simultaneamente anche a Mariupol.

"E' sia un tentativo del Cremlino di sbarazzarsi della responsabilità di costi aggiuntivi, lasciandoli nelle mani dei governatori regionali, e una campagna di pubbliche relazioni. Il Cremlino ha ovviamente rubato l'idea della ricostruzione ai Paesi Occidentali che hanno annunciato il loro impegno in questo senso", ha commentato, in una intervista a Moscow Times, l'analista Ivan Preobrazhensky.

Il mese scorso il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin si è impegnato a ricostruire Luhansk e Donetsk con l'obiettivo di ripristinarvi, ha detto, "una vita normale e pacifica". Celyabinsk ha inviato dieci autoambulanze al distretto del Donbass di Yasynuvata, nel quadro di un gemellaggio fra la regione di Magadan, a più di diecimila chilometri dall'Est dell'Ucraina, con Zhdanivka.

"E' una decisione positiva. Non è efficiente controllare tutto dal centro federale. Città diverse richiedono approcci diversi ed è più semplice lavorare direttamente con le regioni russe. Significa che i governatori viaggeranno, controlleranno tutto in prima persona e discuteranno la situazione con le autorità locali", ha spiegato, sempre al quotidiano indipendente in lingua inglese, una fonte dell'amministrazione di Mosca con legami al Cremlino.

L'idea sarebbe venuta allo stesso Vladimir Putin che avrebbe poi affidato a Sergei Kirienko, il vice capo dell'Amministrazione del Cremlino diventato regista dell'operazione in Ucraina, la realizzazione del progetto. Kirienko è stato uno dei primi esponenti russi a visitare le città ucraina liberate: a Mariupol ha inaugurato una statua alla "Babushka Anja", l'anziana donna che, in una interpretazione forzata, avrebbe accolto le forze russe con una bandiera sovietica.

Il piano biennale è quello di investimenti dell'equivalente di 34 milioni di dollari, ha anticipato il 'Premier' della Repubblica autonoma di Donetsk, Vitaliy Khotsenko, senza alcuna conferma in questo senso da parte russa. In caso i soldi non arrivassero, il Cremlino non avrà che da attribuire la responsabilità alle regioni.

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