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**Ucraina: pres. Emergency, 'sminamento lungo, più bimbi colpiti, mine sembrano giocattoli'**

19 aprile 2022 | 17.19
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"Le mine sono uno strumento veramente disumano, che non rispetta né la fine delle guerre, né i trattati di pace. E credo che questo, purtroppo, sarà il destino che spetterà anche all'Ucraina". Lo ha dichiarato all'Adnkronos Rossella Miccio, presidente di Emergency, raccomandando alla comunità internazionale che la bonifica dei territori minati "sia una priorità, se davvero si vuole aiutare l'Ucraina".

"Le mine, una volta seminate, piantate o nascoste, continuano a rimanere lì, fin quando non ci sarà qualcuno che le incontrerà e quindi perderà un arto, gli occhi, se non la vita. Noi lo vediamo da 28 anni di lavoro nei Paesi in guerra: ancora oggi in Afghanistan abbiamo vittime di mine utilizzate dai sovietici durante il loro periodo di occupazione e ogni giorno curiamo almeno uno o due feriti di mine", racconta la presidente dell'associazione fondata da Gino Strada, che fin dal 1994 è impegnata a curare i feriti di guerra e degli ordigni esplosi dopo il cessare delle armi.

Si tratta per lo più "di civili, perché molto raramente le mine vengono utilizzate per colpire obiettivi militari, quasi sempre invece per minare il morale e il fisico della società civile", dice Miccio, definendole "una zavorra che rallenta o blocca la ripresa di un Paese, anche quando un conflitto è finito".

Molte delle vittime delle mine antiuomo, poi, sono minori, come già sta avvenendo in Ucraina, dove il 17 aprile cinque bambini sono morti a causa delle trappole esplosive lasciate dalle truppe russe a Trostianets, nella regione di Sumy. "Alcune mine - racconta la presidente di Emergency - sembrano dei giocattoli e questo dovrebbe veramente farci riflettere su quanto lontano possa andare la malattia mentale dell'essere umano che s'inventa degli strumenti di morte che abbiano una forma simile".

Emergency da sempre promuove la messa al bando delle mine antiuomo. "A oggi sono almeno una sessantina i Paesi che hanno ancora presenza dichiarata di mine sul loro territorio. E purtroppo più di trenta sono quelli che ancora non hanno firmato il trattato che le mette al bando e che continuano a produrle, tra questi ci sono Stati Uniti, Russia e Cina", dice Miccio, sottolineando che "se produrre una mina costa anche molto poco, dai tre ai dieci dollari, sminare è invece un'operazione che costa anche 100-150 volte di più".

Per questo l'appello della presidente è quello di "aiutare l'Ucraina e tutti gli altri Paesi in cui sono state utilizzate queste armi disumane, nell'attività di sminamento, che richiede molto tempo" e rappresenta "un peso molto oneroso, che questi Paesi non possono sostenere da soli". Prima, però, devono cessare i combattimenti: "Per parlare di un reale sminamento dei territori ucraini temo purtroppo che si dovrà attendere ancora a lungo, perché finché a parlare saranno le armi, sarà veramente difficile riuscire a farlo in maniera estensiva. Però credo e spero che la comunità internazionale s'impegni da questo punto di vista", dice Miccio.

L'associazione al momento è impegnata in Italia e in Moldavia nel sostegno ai profughi e nell'invio di farmaci agli ospedali ucraini, "che sono tutti sovraccarichi di feriti, tanti militari, ma anche civili. Hanno medici e infermieri, quindi dal punto di vista del personale riescono a far fronte alla gran parte dei bisogni, ma hanno bisogno sempre più di materiale ospedaliero e farmaci", racconta all'Adnkronos la presidente di Emergency, assicurando che "laddove dovessero esserci altre richieste e altri bisogni, faremo sicuramente del nostro meglio per dare una mano, sia durante il conflitto, sia - speriamo presto - quando il conflitto sarà concluso e ci sarà ancora bisogno di competenze specifiche in riabilitazione, chirurgia di guerra e ricostruttiva, perché le ferite che la guerra lascia purtroppo sono un peso che il Paese si porterà ancora a lungo".

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