L'intervento del sindacato nazionale degli edili.
Per intervenire sugli infortuni, "occorre un drastico intervento sul settore, rafforzando il sistema delle regole e dei controlli, destinando maggiori risorse e organici all’attività ispettiva, rafforzando il Durc e non depotenziandolo come ha fatto il governo con il decreto Poletti, superando il sistema degli appalti al ribasso". Così il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella, commenta, con Labitalia, la 'Sesta giornata nazionale per la sicurezza nei cantieri', promossa da Federarchitetti, con il patrocinio dell'Anmil, per la giornata di domani.
"Gli infortuni e le morti sul lavoro sono il risultato di un sistema che non ha più regole, da lì occorre ripartire. I numeri sono numeri, occorre guardare dietro e si vedrà la realtà vera", avverte.
Per la Fillea, "è vero che dal 2009 al 2013 si sono quasi dimezzati gli infortuni denunciati, ma dal 2008 al 2013 le ore lavorate sono calate del 43% e gli addetti del 39% e se arriviamo al 2014 il calo arriva rispettivamente al 49% e al 45%". "Basterebbero queste cifre per dire che il calo degli infortuni viaggia quasi parallelamente al calo degli addetti e che quindi non c’è da essere soddisfatti né tantomeno sono opportuni tagli al sistema ispettivo", sottolinea.
"Leggendo i nostri dati - prosegue il segretario Fillea, la categoria delle costruzioni Cgil che da alcuni anni realizza uno studio del fenomeno infortunistico incrociando i numeri Inail con i dati delle casse edili - dal 2008 al 2013 abbiamo avuto una riduzione di infortuni del 20% sia per numero addetti che per frequenza oraria, ma su quelli mortali si è verificata una crescita di oltre il 10% per frequenza oraria, e oltre il 6% per numero addetti".
"E se per l’Inail il profilo più ricorrente dell’infortunato è di un lavoratore tra i 35 e i 49 anni -spiega il leader degli edili Cgil- per i morti le cose cambiano molto, perché qui l’età si alza notevolmente, come dimostrano le ultime tragedie di questi giorni: dei tre lavoratori caduti uno aveva 65 anni ed un altro addirittura 74".
"Un altro dato negativo - conclude - è quello delle malattie professionali denunciate, secondo Inail passate dagli oltre 1.800 del 2008 ai 2.500 del 2013, dove la percentuale di incremento, in rapporto al numero di addetti, è del 50%".