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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

04 agosto 2015 | 10.48
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Il governo non sembra capire l'importanza della concorrenza. O meglio, forse la capisce ma non sa dire di no alle lobby che di concorrenza non vogliono sentir parlare". Lo scrivono sul 'Corriere della Sera' Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. "Infatti, prima stralcia provvedimenti importanti che un suo ministro aveva proposto, poi lascia che il Parlamento faccia il resto. Matteo Renzi dovrebbe chiudere la discussione con un emendamento che reintroduca le norme stralciate e blocchi ulteriori interventi in Parlamento che altro non fanno se non assecondare i diktat delle lobby. Inoltre, dato che una legge sulla concorrenza va fatta ogni anno, sarebbe opportuno che il governo si impegnasse fin da oggi a presentare la Legge sulla concorrenza del 2016 e, in quell' occasione, a rivedere tutte le manchevolezze di quella oggi in discussione", concludono.

La giornalista e socialdemocratica romena Corina Cretu, commissaria Ue alle Politiche regionali, dice al 'Corriere della Sera': "Il vero problema non è la disponibilità di fondi, ma la capacità strutturale delle amministrazioni nazionali, regionali e locali di sviluppare un sistema di progetti che rispettino i requisiti per i finanziamenti, e di realizzarli entro i limiti stabiliti, nel rispetto dei costi preventivati e delle regole europee".

"Anche quest' anno, grazie alla Svimez e per un paio di giorni, la questione meridionale è tornata ad essere al centro del dibattito, in un concerto di evocazioni e di invocazioni, di proposte estemporanee e di rivendicazioni strumentali. Al solito coro dei "meridionalisti per professione o per necessità", cresciuti nei decenni a ritmi opposti a quelli dello sviluppo del Sud, quest' anno si sono aggiunti sindaci, icone e filosofi". Lo scrive Domenico Arcuri, Amministratore delegato di Invitalia sul 'Sole 24 Ore', avvertendo: "Nessuno consapevole che da almeno venti anni l'alibi di ferro della classe politica meridionale è stato il taglio delle risorse per il Sud. Mai il loro cattivo utilizzo. Meno che mai il loro scarso impiego. Pensiamo ai fondi strutturali, quelli destinati allo sviluppo e alla coesione".

"E' il momento migliore per quotarci. Lavoriamo per il debutto in Borsa tra fine ottobre e inizio novembre. Il prospetto sarà depositato in Consob dopo il 10 agosto ed entro la metà del mese". Luisa Todini, presidente di Poste Italiane, racconta al 'Sole 24 Ore' la metamorfosi della società dei recapiti dopo il recente varo della nuova governance e in vista dell' Ipo, il cui avvio è stato approvato da board e assemblea la scorsa settimana. "La revisione del business di Poste e la scelta di puntare sul risparmio gestito darà alla società un ruolo importante nell'alfabetizzazione finanziaria delle famiglie" spiega.

"Il rapporto Svimez è un lavoro serio che dà conto di tendenze di medio-lungo periodo. Il confronto è tra il 2001 e il 2014 oppure tra il 2008, ovvero l' inizio della crisi, e lo scorso anno. Si tratta di un' analisi utilissima per comprendere che il divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord si sta tragicamente allargando, fino al punto che questa area del Paese rischia di restare fuori dalla ripresa". Lo dice al 'Messaggero' Enrico Morando vice ministro dell'Economia che aggiunge: "Bisogna lavorare ad una strategia di medio-lungo periodo che contenga però anche degli interventi di efficacia immediata. Insomma bisogna ridare speranza, facendo in modo di non ritrovarsi poi dopo due anni a constatare che si trattava di misure effimere".

"In autunno apriremo una discussione sulla mission del servizio pubblico. Ma io ho il terrore di un Parlamento che pretende di decidere quante reti deve avere la Rai e come deve organizzarle. La politica può indicare gli obiettivi, sta a chi amministra decidere come raggiungerli. Da quando siamo al governo, abbiamo sempre difeso l'autonomia della televisione pubblica". Il sottosegretario con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli risponde con 'La Repubblica' alle critiche piovute in questi giorni sulla riforma approvata dal Senato. "Vorrei dire, decidetevi: non si può dire che l' ad ha troppo potere e contemporaneamente che la Rai deve diventare un' azienda normale".

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