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Mes, dissidente M5S: "Accolte molte nostre richieste"

08 dicembre 2020 | 11.48
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(Fotogramma)
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Sulla riforma del Mes "abbiamo trovato una quadra interna. Molte nostre richieste sono state inserite nello schema di risoluzione, che oggi sarà oggetto di contrattazione con il Pd". Lo dice all'Adnkronos una fonte parlamentare pentastellata, tra i firmatari della lettera anti-Mes diffusa la settimana scorsa. In particolare, viene spiegato, sarebbe stata esaudita la richiesta dei 'dissidenti' grillini di "anteporre cronologicamente alla riforma del Mes quanto riguarda Edis, Bicc ed Eurobond". Ma "non sappiamo quanto rimarrà dopo il confronto con i dem". Non tutti i firmatari della lettera però sarebbero rimasti soddisfatti: i deputati Alvise Maniero e Francesco Forciniti, in particolare, avrebbero espresso forti perplessità sul compromesso raggiunto.

E Barbara Lezzi, una dei 'dissidenti' del M5S, annuncia in un post su Facebook di aver "trascorso due intere giornate insieme ad altri 60 parlamentari per mediare le posizioni, per trovare un punto di caduta e per fare in modo di non essere ricordati come coloro che hanno peggiorato uno strumento già pessimo senza aver avuto nulla in cambio a tutela dei cittadini. Grazie a questo lavoro è venuta fuori una risoluzione che non è quella ideale ma, almeno, rivendica il ruolo del Parlamento in sede di ratifica e avverte che non sarà disposto al voto finale se non ci sarà l'avanzamento significativo del resto del pacchetto di riforme (Edis prima di tutto)".

"A tal proposito, superando sterili distinguo, posizioni tese solo a provocare o azioni esterne di chi esalta Conte in pubblico ma mira ad affossarlo, ringrazio tutti i colleghi per questo impegno sentito e aperto di questi due giorni", rivendica Lezzi nel post su Facebook. "Tutto a posto? No. Il testo dovrà essere ulteriormente mediato con il resto delle forze di maggioranza - chiarisce infine la senatrice del M5S, rivolgendosi poi a Marco Travaglio - Ma lei potrà darmi della Bertinotti, dell'utile idiota così come altri suoi colleghi potrà insultarmi e denigrarmi ma, dopo la fuga in avanti del ministro Gualtieri, il Partito Democratico non potrà porre veti o distinguo. La mia linea rossa è questa e non posso cambiarla. È questione di coscienza tanto gli articoli si costruiscono secondo le esigenze da soddisfare ed è così che si passa dall'esser poltronari e incoerenti o scappati di casa a frondisti irresponsabili. Meglio fare la cosa giusta".

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