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Renzi esaltato dalla stampa tunisina: "E' il vento nuovo della sinistra italiana"

13 febbraio 2014 | 19.02
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Renzi esaltato dalla stampa tunisina:

Roma, 13 feb. (Adnkronos/Ign) - "Il vento nuovo della sinistra italiana". La stampa tunisina, da sempre attenta alle vicende politiche del nostro Paese, vede così il leader del Pd Matteo Renzi. "E' riuscito a promuovere con grande successo la sua immagine politica e la sua giovane età gli permette di avere idee innovative sui vari dossier", dice il giornalista Loutfi al-Makini, che scrive per 'al-Bayan', il quotidiano della Confindustria tunisina. Commentando con Aki-Adnkronos International gli ultimi sviluppi sulla scena politica italiana, al-Makini afferma che Renzi si propone con un'immagine molto diversa da quella del premier Enrico Letta, che "conserva i tratti più formali del rappresentante dello Stato e del leader di un governo di coalizione".

Per questo, dice il giornalista, la stampa tunisina seguirà con grande attenzione la direzione del Pd, dalla quale questo pomeriggio si capirà il destino del governo. Ma resta incerto, secondo al-Makini, l'impatto che un eventuale avvicendamento tra Renzi e Letta potrà produrre sull'economia italiana, "che è ormai abituata a situazioni politiche di questo genere".

Da un eventuale avvicendamento, il giornalista si aspetta invece un impatto positivo sul tema dell'immigrazione, molto caro al suo Paese. "Renzi ha una visione molto avanzata su questa problematica - afferma - e lo ha dimostrato quando a dicembre ha visitato il centro di accoglienza di Lampedusa. Lui vuole che il problema sia risolto secondo una prospettiva italiana, visto che l'approccio adottato finora dall'Europa ha prodotto tensioni con la sponda sud del Mediterraneo".

Sulla stessa lunghezza d'onda di al-Makini si è espresso anche il giornalista di 'As-Sahwa', Munthir Charit, secondo il quale "l'ascesa di Renzi nella politica italiana è un fenomeno positivo ed entusiasmante. Il leader del Pd - spiega il giornalista ad Aki - è come un vulcano in grado con la sua freschezza di pompare nuova linfa nella vita dei partiti e della politica in un Paese come l'Italia che ha sempre sofferto il dominio di una classe dirigente anziana".

Charit sottolinea quindi i motivi che a suo parere hanno spinto il popolo delle primarie ad eleggere Renzi alla guida dei Democratici. "Ha promesso una nuova politica economica, il rilancio dell'iniziativa individuale e sostegno alla classe media. Il suo programma riformista, basato sull'abbassamento delle tasse, la riforma elettorale e delle leggi che regolano il mercato del lavoro, oggi più che mai serve all'Italia".

Riferendosi quindi all'ipotesi di un avvicendamento a Palazzo Chigi tra Renzi e l'attuale presidente del Consiglio, Enrico Letta, Charit dice di auspicare che venga fatta "una scelta politica chiara per il futuro politico del paese e che eviti lo scontro". Secondo il giornalista di 'As-Sahwa', Renzi sarà in grado di "unire attorno a lui le forze della sinistra italiana per creare un'alleanza con altri partiti, con il sostegno popolare, così da poter governare per attuare politiche economiche di sviluppo".

"Il premier italiano lotta per salvare il governo". Così il Wall Street Journal, che scrive che il "governo di Enrico Letta è appeso ad un filo, mentre il primo ministro italiano ha lanciato l'ultimo tentativo" di tenerlo in vita "con un'agenda rinnovata". Il quotidiano finanziario americano ricorda che "la fragile coalizione è a rischio dopo le pesanti pressioni da parte di Matteo Renzi, stella nascente della politica italiana e nuovo leader del Partito democratico di Letta". "Il 39enne Renzi è impegnato in una lotta per il potere con il premier ed ha più volte accusato il suo governo di aver fatto troppo poco per aiutare l'Italia ad uscire dai due difficili anni di recessione", scrive ancora il Wsj.

L'ultima sfida al premier italiano arriva dal suo stesso partito. Il New York Times fotografa in questo modo la realtà politica italiana di questi ultimi giorni, la strada percorsa dal governo di Letta fino alla rivalità con Renzi. Il quotidiano parla di un Enrico Letta che "ha dimostrato un'inaspettata capacità di resistenza", come "una pignatta battuta ma che non si rompe" e ricorda che "quando ha assunto l'incarico in aprile, le previsioni parlavano di una caduta a breve del governo". Però "così non è stato". Poi Silvio Berlusconi, "il potente ex premier, ha giurato di farlo cadere". Ma "non è successo neanche questo". Ma ora il 47enne Letta torna a lottare per salvare il suo governo e se stesso, "solo che questa volta la pressione arriva dal leader del suo Partito Democratico, la stella nascente Matteo Renzi".

"Tutto li divide, tranne le loro origini toscane e lo stesso percorso nei movimenti giovanili della scomparsa Dc" è invece il commento del corrispondente di 'Le Monde', Philippe Ridet, che mette a confronto il presidente del Consiglio e il segretario del Pd, in un articolo dedicato alla situazione politica italiana, dopo il ritratto dedicato dieci giorni fa al sindaco di Firenze, intitolato "L'homme pressè".

"Letta, 47 anni, è considerato austero e paziente. Renzi, 39 anni, è iconoclasta e ha fretta. Letta ha promosso diverse riforme che attendono ancora il via libera definitivo del parlamento - sottolinea il quotidiano - Renzi si e' impegnato a presentare entro due mesi in Parlamento un progetto di modifica del sistema elettorale. Letta ha assistito all'uscita dalla coalizione di maggioranza di Silvio Berlusconi e dei parlamentari di Forza Italia, mentre Renzi ha concluso "un patto" con il Cavaliere per riformare il sistema elettorale , il bicameralismo e la ripartizione dei poteri tra stato e collettivita' locali".

"Tra i due uomini politici la rivalita' culmina con l'elezione l'8 dicembre di Matteo Renzi alla guida del Pd", scrive 'Le Monde'. Ora Letta sapra' al termine della riunione della direzione della sua formazione politica se sara' riuscito a convincere il suo rivale Matteo Renzi a sostenerlo nella sua azione. "In caso contrario non gli resterebbe che una via di uscita: dare le dimissioni e lasciargli il posto a Palazzo Chigi". "Gli italiani, che hanno tante parole per designare i diversi tipi di crisi quanti tipi di pasta nella loro credenza, la chiamano 'staffetta'.

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