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Sostenibilità: quando la bellezza è naturale ed essenziale, ecco la Slow Cosmétique

26 giugno 2015 | 12.06
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(Infophoto)
(Infophoto)

La filosofia 'slow' conquista anche il mondo del beauty. Se ne fa interprete Julien Kaibeck, insegnante di aromaterapia e cosmesi naturale in Francia e in Belgio e fondatore del movimento 'Slow Cosmétique', ispirato a Slow Food. Un approccio alla cosmetica che invita a "vivere in maniera diversa la bellezza" suggerendo di riflettere su ogni acquisto e sull'impatto che i prodotti hanno sull'ambiente e sulla pelle. Un'idea 'tradotta' in un libro da poco arrivato anche in Italia dal titolo, appunto 'Slow Cosmétique. Consigli e ricette efficaci per una cosmesi eco-bio' /Video.

Il coordinatore per l'Italia del movimento Sébastien Chipot spiega all'Adnkronos genesi e filosofia del movimento. "La Slow Cosmétique è un'associazione internazionale senza scopo di lucro che desidera promuovere un consumo più responsabile dei cosmetici. E' un movimento di lotta militante per una cosmesi più trasparente, più verde nelle sue formule e più ragionevole nelle sue promesse e nella sua commercializzazione", dice.

"E stata creata in Belgio da Julien Kaibeck nel 2012. Vuole sensibilizzare i consumatori su ciò che chiamiamo il 'lavaggio del cervello nella cosmetica' o 'brainwashing cosmetico'. E vogliamo spiegare che esistono prodotti migliori e più rispettosi dell'ambiente. Insomma: cerchiamo di creare una coscienza: non abbiamo niente da vendere", chiarisce.

Secondo Chipot, "la sensibilità bio e/o green esiste già in Italia, a giudicare da tutti i siti web dedicati all'argomento, ma gli italiani hanno una maggiore consapevolezza per quanto riguarda i prodotti alimentari bio piuttosto che per i cosmetici. E' nostro compito mettere a disposizione maggiori informazioni".

"Il nostro lavoro si basa su quattro valori fondamentali: i cosmetici dovrebbero essere più 'intelligenti' e preparati con ingredienti attivi e sani affinché possano agire positivamente sulla pelle. Non riteniamo che siliconi, oli sintetici o minerali siano tali - spiega - I cosmetici dovrebbero essere più 'ecologici': difendiamo i prodotti certificati biologici, del commercio equo ma anche quelli che sono preparati in modo responsabile o fatti in casa".

Ancora: "I cosmetici dovrebbero essere più 'ragionevoli': la Slow Cosmétique ci invita a enfatizzare la bellezza interiore, a prendersi cura della pelle, senza voler cambiare tante cose. Vogliamo un discorso più trasparente da parte dei brand e sui prezzi. Non accettiamo i metodi di marketing o di pubblicità ingannevoli o sleali". Infine: "I cosmetici dovrebbero essere più 'rispettosi': condanniamo i cosmetici che non rispettano l'uomo, gli animali o le piante".

Il primo passo per mettere in pratica i principi della Slow Cosmétique è imparare a leggere l'etichetta. "Ogni prodotto cosmetico ha l'obbligo di mettere a disposizione - spiega Chipot - l'elenco completo dei suoi componenti (Inci): gli ingredienti della lista sono riportati in ordine decrescente di concentrazione". Semplificando, si possono controllare "le prime cinque voci". Ecco, in pratica, le indicazioni 'slow': "Se sono sintetici o petrolchimici, eliminali. Non vuoi spalmarti con il petrolio? Evita accuratamente gli oli minerali, il loro impatto ecologico è disastroso e non offrono niente alla pelle: paraffinum liquidum, cera microcristallina, olio minerale, petrolatum... Pelle sensibile? Evita gli alcoli grassi sintetici. Possono essere irritanti e inquinanti: metile, propile, caprilico, alcol, alcol cetilico, alcol stearilico...".

Inoltre: "Fai attenzione a profumi, parole che finiscono in -eth e coloranti. Per gli ecologisti: evitate i siliconi, migliorano la consistenza del prodotto ma non la pelle e impiegano centinaia di anni per degradarsi nell'ambiente (dimethicone, cyclopentasiloxane... e i prodotti che finiscono in -ano o -one)". Al consumatore, il movimento suggerisce: "Evita qualsiasi ingrediente derivato da prodotti chimici, sono completamente inutili nei nostri cosmetici: tensioattivi e detergenti, come Sodium Laureth Sulfate e Sodium Lauryl Sulfate ma anche acronimi come Peg, Ppg, Edta o Bht (conservanti). Li troverete soprattutto in shampoo, gel doccia e alcune creme".

Il movimento ha anche elaborato una menzione 'slow cosmétique', un premio "che l'associazione dà ogni anno alle marche che aderiscono ai suoi valori" e un sito di e-commerce che permette ai prodotti che seguono questi standard di "farsi conoscere per raggiungere più persone e sensibilizzare a una cosmesi diversa". Poi, "ogni vendita crea una donazione all'associazione, che la rende resistente nel tempo e in grado di finanziare le proprie operazioni di comunicazione e formazione del pubblico. E' un circolo virtuoso".

Quante 'adesioni' sta ricevendo il movimento? "Dopo la fondazione, la nostra associazione si è diffusa a poco a poco in tutta Europa. Una sfida non facile perché gli abitanti del Vecchio Continente non hanno tutti la stessa consapevolezza della cosmetica bio. Oggi abbiamo coordinatori in Belgio, Francia, anche in Corsica, Italia, Portogallo e Spagna. Proviamo, tra le altre cose, a organizzare eventi, interviste, workshop e a partecipare ai saloni bio. La Francia, però, è più avanti su queste tematiche, lì il movimento è un vero successo e il libro di Julien Kaibeck è stato venduto in più di 10.000 copie".

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