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Il violinista Gibboni: "Mia vittoria Paganini ignorata? In realtà manca attenzione per arte"

03 novembre 2021 | 15.56
LETTURA: 3 minuti

Il ventenne musicista debutterà domani a Santa Cecilia diretto da Lorenzo Viotti nel concerto per violino di Cajkovskij

Lorenzo Viotti e Giuseppe Gibboni durante le prove a Santa Cecilia
Lorenzo Viotti e Giuseppe Gibboni durante le prove a Santa Cecilia

"Il Paganini è uno dei concorsi per eccellenza per noi violinisti e sin da bambino ho sempre sognato questo premio, averlo vinto da italiano acquista certamente un valore aggiunto; sono felicissimo anche se ancora adesso non ci credo...". Parla così con l'Adnkronos Giuseppe Gibboni, il ventenne violinista salernitano che lo scorso 26 ottobre ha vinto il Premio Paganini riportandolo in Italia dopo 27 anni. Il prestigioso concorso violinistico nell'arco della sue 56 edizioni, ha visto vincere solo 4 italiani, tra i quali Salvatore Accardo nel '58.

Adesso Gibboni è all'Auditorium Parco della Musica di Roma dove domani alle 19,30 (repliche venerdì 5 alle ore 20.30 e sabato 6 alle ore 18) debutterà per la stagione sinfonica dell'Accademia di Santa Cecilia con il concerto per violino di Pëtr Il'ič Čajkovskij, uno dei più difficili per il solista, diretto dal giovane maestro Lorenzo Viotti, anche lui al debutto ceciliano.

"Dopo la vittoria del Premio Paganini sono arrivate moltissime telefonate, tra queste quella dell'Accademia di Santa Cecilia. Ora mi trovo infatti all'Auditorium Parco della Musica, e sono emozionatissimo di suonare qui, dove si sono esibiti i più grandi solisti del mondo, è un pezzo di storia. C'è una sala meravigliosa, un'orchestra fantastica, per me è un grande onore", confessa Gibboni, che sulle polemiche nate attorno al silenzio dei media e delle istituzioni sulla sua vittoria al prestigioso concorso violinistico e su quella dei suoi colleghi italiani, i giovani pianisti Alexander Gadjiev e Leonora Armellini, allo 'Chopin' di Varsavia, dice: "Sicuramente non c'è la giusta attenzione per l'arte e la musica, però le cose stanno cambiando e nel mio piccolo cercherò di fare in modo che questo accada. Cerco sempre di non polemizzare e mi sono concentrato su questo traguardo senza preoccuparmi di quella che sarebbe potuta essere la risposta delle istituzioni o dei media".

'La musica pop? Ho un buon rapporto, la ascolto, l'importante è che sia fatta bene'

Quanto al difficile concerto di Čajkovskij scelto per il debutto a Santa Cecilia, dove è stato chiamato all'ultimo minuto per sostituire la collega malata Veronika Eberle che avrebbe dovuto eseguire il concerto di Korngold, Gibboni chiarisce: "E' un brano emblematico e meraviglioso che ho portato al Concorso Paganini. Ma l'ho scelto anche per dare un'immagine diversa di me che oltre a Paganini, che adoro e che eseguirò nella mia vita da violinista, penso di essere in grado di eseguire altro e spero che questo possa essere apprezzato. La scelta è stata fatta di comune accordo con il direttore Lorenzo Viotti, con il quale sto lavorando molto bene. Non spetta a me dirlo, ma è un giovane maestro bravissimo in grande e meritata ascesa. Per me è un doppio onore suonare con Viotti e a Santa Cecilia".

Giovanissimo, classe 2001, serio e con grande proprietà di linguaggio, il violinista salernitano dice di avere "un buon rapporto con la musica pop, che a volte ascolto. E' una musica che ha un suo ruolo, l'importante è che sia fatta bene. Non ho un cantante preferito - conclude - spesso me lo chiedono, ma non ce l'ho".

(di Pippo Orlando)

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