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Olimpiadi: Malagò, più si allarga e più candidatura rischia di perdere forza

18 dicembre 2014 | 14.31
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Il presidente del Coni: "Ci sono piovute richieste da ogni parte d'Italia per ogni sport, anche non olimpici. Tutti dobbiamo mettere in secondo piano gli interessi personali e geografici rispetto al bene comune"

Giovanni Malagò (foto Adnkronos) - ADNKRONOS
Giovanni Malagò (foto Adnkronos) - ADNKRONOS

"C'è la volontà di capire i desideri della gente ma bisogna anche rendersi conto della realtà. Più si allarga e più rischia di perdere forza la credibilità della candidatura". A sottolinearlo è il presidente del Coni Giovanni Malagò in relazione a una possibile delocalizzazione lontano da Roma di alcuni eventi degli eventuali Giochi 2024.

"I membri del Cio hanno voluto sottolineare giustamente che si deve già dare una corretta interpretazione alla territorialità della candidatura. Ci sono piovute richieste da ogni parte d'Italia per ogni sport, anche non olimpici -aggiunge Malagò-. Tutti dobbiamo mettere in secondo piano gli interessi personali e geografici rispetto al bene comune".

Sulle dichiarazioni del presidente del Cio, Thomas Bach, che ha definito "molto forte" la candidatura di Roma, Malagò aggiunge: "Mi hanno fatto molto piacere, l'ho sentito telefonicamente. Ho parlato anche con il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffele Cantone. Era indispensabile che andassi a farci una chiacchierata. Non si farà nulla se non c'è la totale trasparenza anche nell'impostazione della candidatura".

Sul Comitato Promotore e i criteri per la sua composizione il numero uno dello sport italiano spiega: "Dopo le vacanze metteremo a punto i criteri, da un parte sono un pochino preoccupato dal gran numero di persone che si candidano, ma io avrò un ruolo istituzionale. Sono in imbarazzo a dire tu sì, tu no. Questo lavoro lo dovrà fare una commissione".

"Ne voglio parlare anche con Cantone, con il governo ed il sindaco. Non mi sembra corretto che si entri con le logiche del passato, con l'amico dell'amico -chiarisce-. Ci sarà un criterio al massimo della trasparenza. Ci sarà un presidente, un direttore generale e figure intermedie con un curriculum che risponde a requisiti logici. Solo sulle prime due persone mi permetto di esprimere delle opinioni e lo farò con il premier e il sindaco".

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