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Torino, puerpera salvata da impianto fegato con tecnica a '2 tempi'

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
27 aprile 2023 | 15.45
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Salvata da un trapianto di fegato eseguito con la tecnica dei '2 tempi', ossia dopo essere stata lasciata senza organo per più di 12 ore. E' accaduto all'ospedale Molinette di Torino, dove l'intervento è stato eseguito su una donna di 38 anni che aveva partorito due giorni prima.

La neomamma, di origine peruviana, giunta quasi al termine della sua seconda gravidanza, si era presentata al Pronto soccorso dell'ospedale Martini dell'Asl Città di Torino in preda a una colica addominale, accompagnata da una crisi ipertensiva. Avendo riscontrato uno stato di sofferenza fetale, gli ostetrici ginecologi avevano proceduto con il parto cesareo. In sala operatoria, tuttavia, dopo la nascita del neonato si sono resi conto che la situazione della puerpera era estremamente grave a causa di un importante sanguinamento addominale proveniente dal fegato, organo che era andato incontro a un raro fenomeno di rottura spontanea nell'ambito di una cosiddetta sindrome Hellp. I chirurghi erano quindi subito intervenuti, provvedendo al tamponamento dell'emorragia epatica. Nelle 24 ore successive la situazione di shock emorragico era stata lentamente recuperata, ma la paziente aveva sviluppato una progressiva necrosi del fegato, determinante uno stato di severa insufficienza epatica e di emorragia persistente.

A quel punto dal Martini è stato contattato il reparto di Terapia insufficienza epatica delle Molinette, dove è stato disposto il trasferimento della paziente direttamente nella sala operatoria del Centro trapianti. Dopo circa 36 ore dal parto, però, la situazione clinica della paziente era ancora più drammatica. Il fegato della donna era infatti andato incontro a massivi fenomeni di necrosi emorragica con irreparabili multiple lacerazioni. Il solo modo per arrestare definitivamente l'emorragia epatica è stato quindi la rimozione totale del fegato, con temporanea derivazione del sangue della vena porta direttamente nella vena cava inferiore. Già dalla sala operatoria è partita la corsa contro il tempo, con la richiesta super-urgente del fegato di un donatore che si è reso disponibile in Toscana. Dopo 13 ore dal momento della rimozione totale del fegato, la paziente ha così potuto essere sottoposta con successo all'impianto del fegato.

La paziente è attualmente ancora ricoverata in Terapia intensiva alle Molinette, ma ha recuperato la stato di coscienza e le sue condizioni cliniche sono in costante miglioramento.

"Un trapianto che si può definire miracoloso, nei tempi, nei modi e nelle procedure - commenta Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino - Tutto ha coinciso alla perfezione e ancora una volta la nostra squadra trapianto è stata perfetta. E ancora una volta è fondamentale ringraziare la generosità della famiglia del donatore, senza la quale questi miracoli non potrebbero avvenire".

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