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Ue, von der Leyen vede Intel le due nuove fabbriche a Magdeburgo sul tavolo

E' quanto risulta da un resoconto del bilaterale, ottenuto dall'Adnkronos mediante una richiesta di accesso agli atti

Fotogramma/Ipa
Fotogramma/Ipa
30 gennaio 2023 | 07.31
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Le due nuove fabbriche di semiconduttori che Intel vuole realizzare a Magdeburgo, nella Sassonia-Anhalt, in Germania, sono state al centro di un incontro che la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha avuto il 10 novembre scorso con i vertici del colosso Usa dei microchip. E' quanto risulta da un resoconto del bilaterale, ottenuto dall'Adnkronos mediante una richiesta di accesso agli atti. Il nome del dirigente di Intel che ha incontrato von der Leyen è coperto da omissis, ma potrebbe trattarsi del Ceo Pat Gelsinger, che proprio quel giorno era a Bruxelles per partecipare ai Ceo Dialogues organizzati da BusinessEurope, l'associazione delle 'Confindustrie' europee.

Lo stesso giorno Gelsinger ha incontrato anche la vicepresidente con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e il commissario al Mercato Interno, Thierry Breton. E' quindi probabile che sia lui ad aver visto von der Leyen. Durante l'incontro, si legge negli appunti che lo riassumono, il responsabile di Intel ha "aggiornato la presidente sui piani per i suoi investimenti a livello Ue. Malgrado le sfide a breve termine per le vendite e l'occupazione, ha sottolineato che un progetto di investimenti di questa portata, da 100 mld di dollari, è stato esaminato su un orizzonte temporale più lungo rispetto all'attuale ciclo economico dei semiconduttori".

Una "focalizzazione maggiore" sui microchip più avanzati, ha notato l'interlocutore di Intel, "aumenta i costi", in un contesto complessivo "maggiormente inflazionistico". Il "pacchetto complessivo di sostegno finanziario per la megafabbrica di Magdeburgo dovrebbe, si spera, emergere entro fine anno, oltre ad alcune soluzioni tecniche sugli aiuti di Stato". E probabilmente anche di questo Gelsinger ha parlato con Vestager.

Il dirigente di Intel ha anche delineato alla presidente lo stato delle discussioni "con gli altri Stati membri che sono probabili sedi per la ricerca e sviluppo, l'assemblaggio, il test, il packaging avanzato, con la necessaria prossimità e le necessarie sinergie tra i siti", nonché "l'importanza complessiva del pacchetto per la resilienza economica nell'attuale contesto di tensione geopolitica, dopo l'invasione dell'Ucraina e alla luce della concentrazione dell'industria nell'Asia Orientale".

Nel resoconto viene citato singolarmente solo l'investimento di Intel in Germania, probabilmente perché è il più grande e il più avanzato, mentre gli altri sono ancora definiti come "probabili" destinazioni del maxi pacchetto di investimenti annunciato dal colosso Usa dei microchip. Intel ha annunciato nel marzo 2022 un investimento di 100 mld di dollari nell'Ue. L'esborso previsto per le due fabbriche in Germania, che daranno lavoro ad almeno 3mila persone, è inizialmente di 17 mld di euro.

Gli occupati potrebbero salire nel tempo fino a 10mila, se la fabbrica si espandesse, come progettato, fino a contare otto stabilimenti produttivi. Gli specialisti che vi lavoreranno verrebbero reclutati da due università di Magdeburgo, ma anche, informa Intel, da atenei di Lipsia e Hannover (la città di von der Leyen, anche se è nata in Belgio, a Ixelles).

L'investimento è stato deciso da Intel dopo che l'Ue ha lanciato il Chips Act, che mira a far sì che il Vecchio Continente arrivi entro il 2030 a pesare per un quinto del mercato mondiale nella produzione di microprocessori. Attualmente l'Europa è molto dipendente per i microchip (senza i quali l'industria dell'automotive, e non solo quella, si ferma) dall'Asia Orientale, in particolare da Taiwan, che la Cina considera una provincia ribelle. Con tutti i rischi che ne conseguono per l'Ue, che dice di voler puntare sull'autonomia strategica.

Intel prevede anche di raddoppiare il sito esistente a Leixlip, in Irlanda, con 12 mld di euro di investimenti. In Polonia amplierà del 50% il laboratorio che ha a Danzica, entro il 2023. In Catalogna, collabora con il centro di supercomputer di Barcellona e vi installerà dei laboratori. In Francia è prevista la creazione di un hub per la ricerca e sviluppo, che creerà circa mille nuovi posti di lavoro. In Italia, Intel negozia da mesi in vista della creazione di un impianto per un investimento fino a 4,5 mld di euro, che dovrebbe creare circa 1.500 posti di lavoro, più 3.500 stimati nell'indotto.

Il Sole 24 Ore ha riportato a fine novembre che l'investimento potrebbe essere maggiore e che le regioni in lizza come destinazione sono due, il Veneto e il Piemonte, con la prima favorita. Il dossier è passato da Vittorio Colao, che lo seguiva nel governo Draghi, al ministro delle Imprese Adolfo Urso. Il 10 novembre, però, i vertici di Intel hanno dato per certo, parlando con von der Leyen, solo l'investimento in Germania. Tutti gli altri sono "likely sites", probabili siti nei quali Intel investirà, se ci saranno le condizioni.

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