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Agrigento, palazzina crolla dopo un'esplosione.

11 dicembre 2021 | 23.26
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Donna viva sotto le macerie, i soccorritori stanno cercando di tirarla fuori. Tra le ipotesi lo scoppio di un tubo del metanodotto. Il capo del dipartimento regionale della Protezione Civile all'Adnkronos: "Sembra Beirut"

Foto dei Vigili del Fuoco
Foto dei Vigili del Fuoco

Crolla una palazzina a Ravanusa nell'agrigentino per un'esplosione forse di una tubatura del metano. Sono almeno dodici le persone disperse, riferiscono all'Adnkronos fonti dei soccorritori tra cui ci sarebbe anche una donna incinta e alcuni bambini. Nella notte i soccorritori hanno sentito le grida di una donna viva sotto le macerie, stanno cercando di tirarla fuori. "Una grande tragedia ha colpito il mio paese" ha detto a Rainews 24 il sindaco di Ravanusa, Carmelo D'Angelo. "Abbiamo avuto la notizia di una signora che si è fatta sentire dai vigili del fuoco. Speriamo di trovare anche altre persone vive. C'è un problema di una fuga di gas che non siamo riusciti ancora a fermare".

Tra le ipotesi che stanno prendendo maggiormente piede tra i soccorritori c'è quella che, dietro all'esplosione e il crollo dello stabile di 4 piani, ci sia lo scoppio di un tubo del metanodotto cittadino. In un primo momento si era parlato dell'esplosione di una bombola del gas come causa del crollo.

Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e alle squadre specializzate Usar nella ricerca di dispersi e ai cinofili, torri faro e alcune ambulanze. Ci sono anche decine di volontari della Croce Rossa, arrivati anche da Licata, Palma di Montechiaro e Canicattì. Decine gli sfollati, che sono stati accolti in strutture messe a disposizione dall'amministrazione comunale.

LA PROTEZIONE CIVILE

“Sono almeno quattro gli edifici interessati, uno è crollato e gli altri tre sono stati danneggiati" dice all'Adnkronos Salvo Cocina, il capo del dipartimento regionale della Protezione Civile. "In questo momento le fiamme sono state spente, ma ci sono ancora sacche di gas e non è possibile operare in sicurezza sulle macerie. Sino a quando non si potrà scavare non è possibile dire con certezza cosa c'è sotto e quanti siano i dispersi con esattezza".

"Sembra Beirut" dice Cocina che è andato sul posto. "Le immagini che ci arrivano da Ravanusa con vetri rotti, detriti a terra e macerie, calcinacci scagliati a decine di metri dal luogo dell'esplosione". "Siamo pronti a cercare tra le macerie non appena l'area sarà messa in sicurezza" aggiunge.

L'ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO

"Sono vicino alla comunità di Ravanusa che sta vivendo momenti di apprensione in seguito all’esplosione" dice l'arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano. "Prego per quanti si stanno impegnando nel contenere il pericolo e per accertare la sperata assenza di vittime. Il Signore ci mantenga forti nella tribolazione e aperti alla speranza".

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