All’alba del Mondiale, Spagna e Inghilterra sono già tramontate. La Spagna delle meraviglie, una delle nazionali più forti della storia, la rivedremo lunedì in una malinconica passerella finale contro l’Australia.
L’Inghilterra spera molto nell’Italia per salvarsi in extremis, ma ci vorrebbe qualcosa in più di un miracolo. Spagna e Inghilterra. Le nazionali dei paesi che in questo momento offrono i due campionati più competitivi e spettacolari del mondo. C’è qualcosa che non torna. L’alto numero di campionissimi stranieri presenti in Premier, soprattutto, e nella Liga è senz’altro una spiegazione. Ma non l’unica. Probabilmente quei due campionati, proprio perché di così alto livello, sono troppo logoranti.
L’Inghilterra è la nazione che richiede ai calciatori il maggior numero di partite: oltre a campionato, nazionali e coppe europee, ci sono anche FA Cup e Coppa di Lega, che vengono giocate con la stessa intensità di una partita mondiale. Insomma, si gioca troppo e si finisce la stagione logorati.
In Spagna si gioca appena un po’ meno, ma questa è stata una stagione particolare. Tre squadre sono andate avanti fino in fondo o quasi in tutte tre le competizioni, Liga, Champions e Coppa del Re, contendendosele fra di loro. Quelli del Barcellona era già stanchi anche prima di cominciare, quelli di Atletico e Real hanno finito di logorarsi nella finale di Champions decisa ai supplementari. Basta vedere come stanno andando anche i campioni non spagnoli del Real: se si eccettuano Benzema e in parte Modric, Marcelo nel Brasile zoppica; nel Portogallo Cristiano per ora si trascina, Coentrao si è rotto e Pepe ha fatto il matto; Di Maria nell’Argentina ha steccato la prima; Khedira è stato il tedesco meno brillante.
Insomma, c’è da riflettere su calendari e quantità degli impegni. Per non svilire lo spettacolo mondiale
