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Corruzione: Papa, piaga putrefatta è accanimento nel peccato

11 aprile 2015 | 19.27
LETTURA: 4 minuti

Il duro monito di Bergoglio leggendo la Bolla di indizione del Giubileo: "Il male si annida nei gesti quotidiani per estendersi negli scandali pubblici". E ai criminali ha detto: "Vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore"

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Città del Vaticano, 11 apr. (Adnkronos) (Dav/Adnkronos)

Nuovo anatema di papa Francesco contro la corruzione. Bergoglio, leggendo la Bolla di indizione del Giubileo sulla Misericordia, ha rivolto un duro monito nei confronti di chi è corrotto. Bergoglio ha parlato di corruzione come di una "piaga putrefatta della società" che è "accanimento nel peccato". L'avvertimento: "Se non la si combatte apertamente, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza".

Il Papa si è rivolto "alle persone fautrici o complici di corruzione. Questa piaga putrefatta della società - ha denunciato - è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. E’ un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. La corruzione è un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza. È un’opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo".

Bergoglio ha citato san Gregorio Magno: " 'Corruptio optimi pessima', diceva con ragione san Gregorio Magno, per indicare che nessuno può sentirsi immune da questa tentazione. Per debellarla dalla vita personale e sociale sono necessarie prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia. Se non la si combatte apertamente, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza. Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, anche a crimini gravi, è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità, degli affetti, della stessa vita".

"Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano - ha ricordato il Pontefice -. È sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia".

Papa Francesco ha poi rivolto un nuovo appello alla criminalità. "La parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente. Il mio invito alla conversione - ha osservato - si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore".

"Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte ad esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire", ha ammonito Francesco.

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