(Aki/Washington Post) - Tra i timidi passi in avanti compiuti nel Regno vi è la concessione alle donne di lavorare in negozi di vendita al dettaglio, dove prima non erano ammesse. E nei centri commerciali, dove vendono profumi e lingerie in negozi ''per sole famiglie''. Anche in questo campo, ancora una volta, Gedda è stata in prima linea. ''Gedda è piu' aperta e lungimirante sul piano sociale'', ha spiegato il direttore generale dell'Istituto di Pubblica Amministrazione Hend Al- Shaikh affermando che qui le donne fanno avanzamenti di carriera maggiori rispetto alle loro connazionali. ''Gedda è la porta d'Arabia al mondo'', ha spiegato lo scrittore britannico Robert Lacey, storico della famiglia reale.
All'interno dei Paesi del Golfo, comunque, l'Arabia Saudita è quello che concede alle donne liberta' piu' limitate. Nel Qatar, ad esempio, le donne lavorano in uffici pubblici. In Kuwait possono indossare gonne e tacchi alti senza il timore di essere arrestate. E in tutti i Paesi del Golfo si vedono donne in luoghi pubblici insieme a uomini e possono guidare l'auto. Il re saudita Abdullah, classe 1924, da quando è salito al trono nel 2005 ha comunque avviato una campagna per promuovere maggiori liberta' per le donne in ambito lavorativo, diversificando l'economia e creando nuove opportunita' di impiego e di studio. Inoltre le rivolte che nel 2011 hanno travolto la regione hanno imposto a Riad la necessita' di apportare alcuni cambiamenti come strategia di autodifesa. Da allora, infatti, re Abdullah ha garantito alle donne il diritto di votare e di candidarsi alle elezioni municipali dal 2015. Nel gennaio 2013, inoltre, ha nominato per la prima volta alcune donne nel Consiglio della Shura che ha potere consultivo rispetto al governo: ora rappresentano un quinto dei 150 membri. (segue)
