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Autismo, Angelica: "Mio fratello la mia speciale normalità"

01 aprile 2021 | 13.41
LETTURA: 2 minuti

La 13enne scrive una lettera per sensibilizzare tutti: "Ogni suo successo è il mio". La madre all'Adnkronos Salute: "La diagnosi uno tsunami che ha sconvolto la nostra famiglia"

Alessandro e Angelica
Alessandro e Angelica

"Ale soffre di autismo lieve, alcuni non lo considerano 'normale' invece per me lui è il mio concetto di normalità. È il ragazzo più dolce del mondo, è molto educato e secondo me tutti lo dovrebbero accettare, per me non esiste persona più importante di lui". Comincia così la lettera di Angelica, 13 anni, scritta per celebrare nella Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, suo fratello Alessandro e tutti i ragazzi come lui. "È impensabile per me vivere senza mio fratello e non lo cambierei con nessun’altro - scrive ancora Angelica - . Voglio bene a mio fratello Ale più di me stessa, farei qualsiasi cosa per il suo bene e per vederlo felice, ogni suo traguardo per me è veramente importante e sono contenta ogni volta che ne raggiunge uno".

A inviare la lettera è stata la mamma di Angelica e Alessandro, Raffaella Mancini. "Quello di Angelica - dice all'Adnkronos Salute la donna che vive con la famiglia ad Allumiere, piccolo paese in provincia di Roma - vuole essere un messaggio di speranza, non di dolore per sensibilizzare tutti e soprattutto i fratelli e le sorelle caregiver. Quando Alessandro è nato, il 12 novembre del 2009, Angelica aveva appena 11 mesi. Sono cresciuti insieme giocando, ridendo e litigando come tutti i fratelli. Alessandro per tre anni è stato un bambino normale - racconta Raffaella - poi ha chiuso le trasmissioni: non mi guardava, non parlava più, ha iniziato a urlare, a camminare sulle punte, a isolarsi".

"Ha iniziato a parlare a 7 anni ma ora ci posso fare un discorso. Questi sono i successi"

Un cambiamento che la mamma di Alessandro descrive come "uno tsunami che ha sconvolto la nostra famiglia, un dolore che ti disintegra in mille pezzi. E in questo immenso dolore - dice - sei solo. Anche se hai persone intorno ti senti solo. Poi però ti rimbocchi le maniche e inizi a lottare. Devi trovare la forza dentro di te, ti devi affidare a un medico, un neuropsichiatra e fare tante terapie. Alessandro ha iniziato a parlare a 7 anni ma ora ci posso fare un discorso. Questi sono i successi", dice sorridendo.

"Noi - ammette Raffaella - siamo stati fortunati: a scuola ha sempre avuto il sostegno, le insegnanti sono state eccezionali, è stato super seguito e tutti gli vogliono bene. E Alessandro è affettuoso, ha le sue stranezze, il suo carattere, ogni tanto parla da solo ma, come ha scritto Angelica che davvero è il suo angelo custode, è la nostra normalità. Certo per un genitore paure ce ne sono tante, spero che mio figlio possa trovare un posto in questa società ma l'importante - conclude - è non porsi mai limiti. Questo ho imparato negli anni: dobbiamo lasciarci stupire perché ci stupiscono".

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