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Bce, Lagarde: "A luglio nuovo aumento tassi". Tajani: "Rischiamo recessione"

Il vicepremier: "Non condivido le scelte di annunciare in anticipo, come ha fatto la presidente della Bce, l'aumento dei tassi"

(Afp)
(Afp)
27 giugno 2023 | 10.51
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Nell'Eurozona "non abbiamo ancora visto il pieno impatto degli aumenti dei tassi decisi dallo scorso luglio, pari a 400 punti base. Ma il nostro lavoro non è finito. E salvo un cambiamento sostanziale delle prospettive, continueremo ad aumentare i tassi a luglio". Lo afferma la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, nel suo discorso alla conferenza annuale di Sintra. In precedenza, tuttavia, la stessa Lagarde aveva sottolineato - due volte - come le proprie parole "non rappresentassero indicazioni su alcune decisioni future".

A stretto giro la replica di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. "Io credo che non sia giusto continuare ad aumentare i tassi di interesse, non condivido le scelte di annunciare in anticipo, come ha fatto la presidente della Bce, l'aumento dei tassi - dice Tajani a margine del Congresso della Confsal - La nostra inflazione non è un'inflazione provocata da fatti interni, e questo giustificherebbe l'aumento dei tassi di interesse, cosa che sta accadendo in America: la nostra inflazione è provocata da fatti esterni, cioè dalla guerra in Russia, dal costo delle materie prime".

"Ora però - continua - dobbiamo lavorare per aiutare le imprese. Rischiamo che un aumento dei tassi di interesse blocchi i prestiti alle imprese con conseguente riduzione della competitività e rischio di recessione, come successo in Germania. Noi dobbiamo andare avanti e aumentare la produttività e aiutare le imprese".

INFLAZIONE

Parlando l'inflazione, Lagarde dice che nella lotta per riportarla a livelli vicini al target del 2% alla Bce "abbiamo compiuto progressi significativi. Tuttavia, a fronte di una dinamica inflazionistica più persistente, non possiamo vacillare e non possiamo ancora dichiarare vittoria".

"L'inflazione nell'area dell'euro è troppo alta ed è destinata a rimanere tale per troppo tempo - sottolinea - Ma la natura della sfida all'inflazione nell'area dell'euro sta cambiando. Stiamo assistendo a un calo del tasso di inflazione man mano che gli shock che originariamente l'avevano fatto salire diminuiscono e le nostre azioni di politica monetaria vengono trasmesse all'economia". "Ma questi shock continuano a trasmettersi" all'economia dell'Eurozona "rendendo più lento il calo dell'inflazione e più persistente il processo inflazionistico", osserva Lagarde.

Nelle crisi passate, "la tendenza delle imprese era stata quella di assorbire l'aumento dei costi nei margini di profitto, dal momento che una crescita più lenta rendeva i consumatori meno disposti a tollerare aumenti dei prezzi. Ma le condizioni speciali che abbiamo vissuto l'anno scorso hanno ribaltato" questo scenario e i profitti delle aziende "hanno contribuito per circa due terzi all'inflazione interna nel 2022, mentre nei 20 anni precedenti il ​​loro contributo medio era stato di circa un terzo", ovvero la metà. Lagarde punta il dito sul ruolo delle aziende nella corsa dei prezzi, una dinamica che "ha portato gli shock ad alimentare l'inflazione molto più rapidamente e con forza che in passato".

COSTO DEL LAVORO

"Anche se attualmente non vediamo una spirale salari-prezzi o un disancoraggio delle aspettative, più a lungo l'inflazione rimane al di sopra dell'obiettivo, maggiori diventano tali rischi. Ciò significa che dobbiamo riportare l'inflazione al nostro obiettivo a medio termine del 2 per cento in modo tempestivo. Ma perché ciò accada, dobbiamo garantire che le imprese assorbano l'aumento del costo del lavoro nei loro margini", dice la presidente della Banca Centrale Europea.

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