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Bellantone (Gemelli): "Troppi controlli tiroide rinviati possono portare peggioramento"

11 maggio 2020 | 15.42
LETTURA: 1 minuti

"Una tendenza che continua ancora oggi e che espone a rischi"

(Adnkronos)
(Adnkronos)

"Troppi pazienti con problemi alla tiroide hanno rinviato visite e controlli per paura di Covid-19. Una tendenza che notiamo ancora oggi e che davvero non ha motivo di esistere: gli ospedali sono sicuri, i percorsi per i casi sospetti sono separati, e da noi al Gemelli ormai da molto tempo abbiamo localizzato le terapie per i pazienti Covid in una struttura distinta (il Columbus Covid2, ndr). Inoltre ritardare di settimane e mesi una diagnosi o una terapia può comportare un peggioramento della patologia". A segnalarlo all'Adnkronos Salute è Rocco Bellantone, direttore della Chirurgia endocrina della Fondazione policlinico Gemelli Irccs di Roma, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica e responsabile del progetto Columbus Covid2.

Nei giorni più caldi dell'emergenza, anche gli accessi ai pronto soccorso sono crollati per paura di Covid-19. Ma l'incidenza delle malattie croniche non si è fermata. "Oggi come oggi - afferma Bellantone - il messaggio da comunicare è che le strutture sanitarie suono luoghi sicuri, dotati di percorsi controllati e protetti. In questi mesi le patologia della tiroide non si sono fermate per via del virus, e se pensiamo che il 10% della popolazione può avere un disturbo anche minimo della tiroide, ci rendiamo conto dell'entità del problema. Tra l'altro queste problematiche si portano dietro il 'falso' concetto che, essendo patologie croniche, 'non occorre correre in ospedale'. Ma rimandare di settimane o mesi diagnosi o terapie può comportare seri problemi. Attenzione - conclude lo specialista - rinviare troppo può portare a un peggioramento o ad un sotto-trattamento della malattia tiroidea".

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