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Fi: Berlusconi pensa a Colle e serra ranghi, 'tavolo dei 4' per gestione

05 dicembre 2014 | 17.50
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Il Cavaliere chiede a Fitto e ai 'filorenziani' Letta e Verdini di trovare una soluzione per la gestione unitaria del partito per evitare che il patto del Nazareno trovi in Parlamento il Vietnam tra le truppe azzurre. I 'fittiani' pensano a Comitato di garanzia fino al Congresso nazionale.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Così non va, dobbiamo tornare tra la gente e ripartire dal territorio, portatemi presto una proposta... Stanco delle continue beghe di cortile, Silvio Berlusconi vuole rimanere nel gioco che conta, la grande partita del Colle, e fino alle elezioni presidenziali, ha bisogno di un partito unito. Ma l'unità ha un prezzo e, per evitare che il patto del Nazareno trovi in Parlamento il Vietnam tra le truppe azzurre, l'ex premier sarebbe pronto a discutere e cambiare le modalità di gestione di Forza Italia, purchè tutti tengano ben presente che il leader è e resta lui.

Ieri, durante il pranzo a palazzo Grazioli, che ha sancito il 'disgelo' con Raffaele Fitto, il Cav avrebbe chiesto all'ex governatore e agli altri 3 commensali presenti (Niccolò Ghedini e i 'filorenziani' Gianni Letta e Denis Verdini) di definire un piano di riorganizzazione che garantisca una pacifica convivenza interna. La 'rifondazione azzurra', dunque, dovrà passare attraverso una 'riconciliazione' tra le varie correnti. Per sedere al tavolo di Matteo Renzi con un partito compatto alle spalle, il Cav e' disposto a non dare ascolto solo al 'cerchio magico', ma venire a patti anche con i 'fittiani'. Visto che le primarie sono irrealizzabili (anche se Fitto anche oggi e' tornato a chiederle), i 'fittiani', a quanto si apprende, starebbero lavorando a un progetto per favorire una selezione più democratica della classe dirigente e un maggior confronto interno.

L'idea è nominare un 'comitato di garanzia' (si parla di sette persone), formato dai rappresentanti delle varie anime azzurre, da affiancare a Berlusconi nell'organizzazione del partito fino al Congresso nazionale, che dovrebbe essere convocato in tempi congrui, entro il prossimo anno. Questo progetto, raccontano, avrebbe fatto storcere il naso ai fedelissimi del Cav, convinti che si tratti di una sorta di direttorio costituito solo da esponenti della 'vecchia guardia': ''Se questo è il nuovo che avanza...''.

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