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Bimba investita all'asilo, teste: ''Maestra mi disse che Lavina era da sola nel parcheggio''

11 aprile 2022 | 19.08
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Bimba investita all'asilo, teste: ''Maestra mi disse che Lavina era da sola nel parcheggio''

''La maestra Rocca mi raccontò che Lavinia era stata investita e mi disse che lei era dentro mentre Lavinia si trovava fuori da sola''. Lo ha detto in aula, davanti al Tribunale di Velletri, Aurora Mattei, collaboratrice della maestra Francesca Rocca, nel corso del processo sul caso della piccola Lavinia Montebove, che il 7 agosto del 2018 fu investita nel parcheggio del nido famiglia la Fattoria di Mamma Cocca, quando aveva appena 16 mesi. Da allora la piccola Lavinia, che oggi ha 5 anni, si trova in stato vegetativo di minima coscienza. ''Nel punto dove è accaduto l'incidente c'era una scarpetta, una scarpetta piccola rosa che era di Lavinia - ha aggiunto - C'era una macchia di sangue. La Rocca mi disse che andava pulita e poi ha provveduto lei a farlo''.

La testimone ha spiegato che collaborava con la struttura della Rocca per tenere i bambini. ''Quel giorno io non lavoravo - ha detto - ma mi chiamò un genitore, il signor Tomassi, per andare dai bambini che erano soli. C'era anche una bambina più grande. Quando sono arrivata c'era molta agitazione tra i bimbi, erano 12 o 15''.

In aula è stato sentito anche Daniele Tomassi, genitore di un bambino che frequentava il nido, e che quella mattina trovò gli altri bambini da soli perché la maestra Rocca era andata in ospedale con Lavinia. "Quando ho portato mio figlio a scuola quella mattina del 7 agosto ho notato all'ingresso del parcheggio una macchia di sangue, vicino al cancello grande dove si entrava con la macchina. La struttura sembrava silente - ha detto - Quando ci siamo avvicinati abbiamo sentito bambini che piangevano e urlavano. Mi ha aperto una bambina di 9, 10 anni che li stava accudendo. Ho visto tutti i bambini all'interno. Non c'era la maestra".

"C'erano una decina, dodici di bambini - ha aggiunto - e mi dicevano che c'era stato un incidente. E a quel punto sono rimasto lì. Ho contattato il pronto soccorso di Velletri e alla fine sono riuscito a parlare al telefono con la maestra Francesca Rocca che mi riferiva che Lavinia era stata investita ed era in gravi condizioni. La Rocca mi disse di chiamare tale Aurora Mattei. Mezz'ora, quaranta minuti i bambini da soli".

Infine Gianluca Marella, medico legale della procura, ha spiegato che quello di Lavinia è "un quadro non reversibile". "Lavinia è entrata in ospedale in coma profondo, con un Glasgow Coma Scale pari a 3, il più vicino alla morte - ha chiarito - Lo stato più vicino alla morte che possa esistere. Si tratta di una malattia non curabile, uno stato vegetativo di minima coscienza che non può guarire".

Nel processo di cui oggi si è svolta la seconda udienza sono imputate la maestra Francesca Rocca, accusata di abbandono di minore e la mamma che era alla guida dell'auto che investì Lavinia, Chiara Colonnelli, difese entrambe dall'avvocato Anna Scifoni. I genitori di Lavinia Massimo Montebove e Lara Liotta, sono difesi dall'avvocato Cristina Spagnolo. Sia le imputate che i genitori erano presenti in aula. La prossima udienza del processo è prevista per il 30 maggio.

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