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Bufera su Sarkozy, l'ex presidente in stato di fermo per lo scandalo intercettazioni

01 luglio 2014 | 09.07
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Vi è il sospetto che l'ex inquilino dell’Eliseo disponesse di una rete d'informatori nella magistratura per essere messo al corrente di procedure giudiziarie che potevano minacciarlo

Bufera su Sarkozy, l'ex presidente in stato di fermo per lo scandalo intercettazioni

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato fermato dalla polizia giudiziaria questa mattina a Nanterre nell'ambito di un'inchiesta su una vicenda di raccomandazioni e violazioni del segreto istruttorio.

Ieri lo stesso provvedimento era scattato nei confronti del suo avvocato, Thierry Herzog, e per due avvocati generali della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert e Patrick Sassoust. Al centro della vicenda vi è il sospetto che Sarkozy disponesse di una rete d'informatori nella magistratura per essere messo al corrente di procedure giudiziarie che potevano minacciarlo.

Quando è arrivato alle 8 all'ufficio anticorruzione Sarkozy era quindi senza avvocato. Lo stato di fermo, spiega la stampa francese, è stato disposto per ragioni procedurali, perché la sua audizione dovrebbe durare più di 4 ore, Gli inquirenti dell'ufficio anticorruzione della polizia giudiziaria avranno un lasso di tempo di 24 ore per ascoltarlo e il fermo è eventualmente rinnovabile una volta. E' la prima volta che in Francia viene disposto tale provvedimento per un ex capo di stato.

LA VICENDA - Nicolas Sarkozy dal 26 febbraio è coinvolto in un'indagine giudiziaria per traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Il caso nasce da un'altra inchiesta, aperta nel 2013, in merito a presunti finanziamenti dalla Libia alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007.

In quest'ambito, i magistrati hanno disposto l'intercettazione del cellulare dell'ex presidente, scoprendo che Sarkozy si serviva di un secondo apparecchio, registrato sotto il falso nome di Paul Bismuth, per comunicare con l'avvocato Herzog, anche lui dotato di un cellulare con falsa identità.

Dall'ascolto di queste comunicazioni è emerso che Sarkozy ed Herzog erano al corrente di molti dettagli sull'inchiesta dell'affare Bettencourt, che riguarda il presunto ruolo dell'ex capo di stato nell'ottenere fondi neri dall'ereditiera per la sua campagna del 2007 e rispetto al quale Sarkozy sarà poi scagionato. Il sospetto è che l'informatore fosse Azibert, cui sarebbe stato promesso in cambio un aiuto per ottenere un incarico di prestigio nel principato di Monaco.

La vicenda, ricostruisce la stampa francese, assume un contorno politico nel quale il centro destra dell'Ump, minacciato dalla concorrenza del Front National, è ancora alla ricerca di un leader e non manca chi auspica il ritorno di Sarkozy. Centinaia di avvocati denunciato una minaccia del segreto professionale, il ministro della Giustizia Christiane Taubira assicura di essere stata messa a conoscenza delle intercettazioni tra Sarkozy e il suo avvocato solo dalla stampa. François Fillon chiede la creazione di una commissione di inchiesta parlamentare. Il presidente del'Ump, Jean-François Copé, chiede di sapere se il presidente Francois Hollande "fosse o meno al corrente".

Il Canard Enchaîné assicura che il ministro dell'Interno Manuel Valls e quello della Giustizia avevano dal 26 febbraio informazioni sulle intercettazioni, l'allora premier Jean-Marc Ayrault riconosce che l'esecutivo era a conoscenza della loro esistenza, ma non del loro contenuto. Taubira risponde che ignorava 'Data, durata e contenuto' delle intercettazioni di cui è stata informata il 28 febbraio e afferma di non aver detto nulla al presidente Hollande, limitandosi ad informarne il primo ministro.

Thierry Herzog annuncia un'azione legale per violazione del segreto istruttorio, Sarkozy esce dal suo silenzio e denuncia su 'Le Figaro' che "alcuni principi della Repubblica sono stati calpestati" e fa riferimento a metodi da Stasi. "Ogni paragone con delle dittature è chiaramente insopportabile", gli risponde il presidente Francois Hollande. Poi, gli ultimi sviluppi: il fermo di Herzog e dei due alti magistrati Gilbert Azibert e Patrick Sassoust ieri. Quello di Sarkozy oggi.

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