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Burioni: "Giornalista a casa mia con nome falso"

05 aprile 2021 | 13.29
LETTURA: 2 minuti

"In tempi di fanatici no-vax ci siamo tutti molto preoccupati, mia figlia di 10 anni terrorizzata. E' questo il modo di fare giornalismo?"

Foto Fotogramma
Foto Fotogramma

"Presentarsi a casa di miei familiari con un nome falso e spaventare le persone: è questo il modo di fare giornalismo?". Se lo domanda il virologo Roberto Burioni che, in un post su Facebook, racconta la vicenda nel dettaglio. Il virologo pubblica anche lo screenshot della conversazione via whatsapp in cui risponde di no alla richiesta di intervista da parte della giornalista.

"Nella mattina del sabato di Pasqua una sconosciuta, si presenta, qualificandosi con un nome falso (Francesca Giovannini), a Fermignano (il paese dove sono cresciuto e dove torno in vacanza) a casa di mia suocera, dove sono mia moglie e mia figlia. Dice a mia moglie di essere una mia vecchia amica e di volermi incontrare per salutarmi. Mia moglie mi chiama e io le dico di non avere nessuna amica con quel nome. La sconosciuta, insieme a un altro tipo, rimane davanti a casa di mia suocera (o negli immediati dintorni) fino alle 18. In tempi di fanatici no-vax che tirano molotov e che non mancano ogni giorno di minacciarmi (tanto da farmi avere una sorveglianza da parte delle forze dell'ordine) ovviamente ci siamo tutti molto preoccupati che fossero dei malintenzionati, in particolare mia figlia che ha 10 anni che si è terrorizzata", spiega Burioni.

"Il giorno dopo, ovvero ieri, il mistero si svela. Ricevo dalla sconosciuta, che questa volta si presenta con il suo nome vero, un messaggio sul cellulare", aggiunge il virologo. "Vuole un'intervista, mi fa alcune domande e si svolge via Whatsapp la conversazione che leggete qui sotto, che include pure i reciproci auguri di buona Pasqua".

"Io ora mi chiedo conclude Burioni-: è questo il modo di fare giornalismo, presentandosi con un nome falso dai familiari di una persona, ovviamente per estorcergli un'intervista contro la sua volontà e facendo preoccupare i suoi cari, tra i quali una bambina di 10 anni ? Non era meglio mandarmelo prima l'sms evitando a me e alla mia famiglia una legittima quanto inutile preoccupazione?".

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