
"La prova tv esiste da tempo, dal 1999 per gli scambi di persona, dal 2005 per gli atti di violenza, è un fatto acquisito. Si tratta di un deterrente rispetto a situazioni in cui dei soggetti operano violentemente senza essere puniti, poi ognuno è libero di chiamarla come vuole, prova tv o moviola, si tratta di un deterrente". Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, torna così sulla prova tv dopo le polemiche scaturite dalla squalifica dell'attaccante della Roma Mattia Destro per la manata al difensore del Cagliari Davide Astori. "La norma -precisa Abete ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport'- dice che se l'arbitro ha visto e conferma di aver visto l'atto di violenza, non c'è la prova tv, se invece l'arbitro non ha visto si applica. La norma è chiara. Sul caso specifico deciderà la Corte di giustizia federale, l'indipendenza degli organi di giustizia sportiva è sempre garantita ma da noi c'è sempre la difficoltà di essere interpretati come soggetti che danno indicazioni che posso condizionare il giudizio, in un modo o nell'altro".