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Lavoro: Calderone (consulenti), c'è bisogno di snellire adempimenti

19 marzo 2015 | 16.09
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La presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro e del Cup, Marina Calderone, commenta il rapporto del Censis 'La composizione sociale dopo la crisi' presentato a Roma: "Le professioni si sono più volte candidate a essere polo di eccellenza per suggerimenti, per riforme che possano davvero cambiare il volto del Paese e dare un futuro alle giovani generazioni".

Marina Calderone
Marina Calderone

“Le professioni in Italia sono attente a quelli che sono i percorsi della società, della gente, del Paese. Si sono più volte candidate a essere polo di eccellenza per suggerimenti, per riforme che possano davvero cambiare il volto del Paese e dare un futuro alle giovani generazioni. Un futuro che per i professionisti passa dall’attuazione delle riforme”. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro, commenta il rapporto del Censis “La composizione sociale dopo la crisi” presentato oggi a Roma.

"Noi vorremmo che davvero -auspica Calderone- si accendessero i riflettori su una riforma sistemica del lavoro e non su tante piccole riforme frammentate che portano solo benefici temporanei. Abbiamo bisogno di ripensare le regole, ripensare il sistema, snellire gli adempimenti e soprattutto ridare fiducia alle aziende, ai lavoratori, ai cittadini e alle famiglie italiane".

La crisi, infatti, con le sue dinamiche regressive ha favorito i rapporti di lavoro flessibili, ma anche povertà e disuguaglianze sociali. Tanto da portare gli studiosi a parlare di “terza società degli esclusi” o del “ritorno della lotta di classe”. "Secondo il Censis, per capire come promuovere e accompagnare nuovo sviluppo -dicono i consulenti- l’attenzione va messa sui processi per intercettare eventuali nuovi protagonismi di massa, collettivi, in grado di generare una dinamica di crescita, in linea con la logica dello sviluppo italiano che dal miracolo economico alla recente reazione di sopravvivenza alla crisi sempre è stato alimentato da energie collettive interne al sistema".

“Nel principio di sussidiarietà -commenta Calderone- si colloca oggi una delle strade principali per la riforma dell’intero sistema Paese, ormai arrivato al collasso dopo anni di dura crisi. In questo scenario l'eccesso di burocrazia ha avuto un ruolo basilare e si combatte principalmente restituendo alla società civile funzioni oggi svolte dagli apparati pubblici".

"Un ruolo di sussidiarietà nelle professioni è svolto, ad esempio, dai Consulenti del Lavoro che, esercitando le proprie attività, garantiscono il rapporto e il collegamento tra imprese, lavoratori e Stato. Gli ordini -conclude- sono dunque una grande risorsa per lo Stato, anche perché concorrono a semplificare iter e procedure, snellendo il complesso mondo della burocrazia. Con la funzione sussidiaria si crea un modello più concorrenziale, più utile a competere perché in grado di coniugare la realizzazione del bene comune con la semplicità della funzione pubblica”.

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