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Caso Garlasco, Feltri: "Condanna senza uno straccio di prova, ecco la giustizia in Italia"

20 marzo 2021 | 14.08
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"Anche dopo il rigetto della Cassazione mantengo la mia posizione iniziale"

(Fotogramma)
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"Mantengo la mia sensazione, la mia posizione iniziale, che è poi la stessa che hanno avuto i giudici di primo e di secondo grado: non riesco a capire come si possa arrivare a una condanna per omicidio senza lo straccio di una prova". E' quanto ribadisce il direttore di 'Libero' Vittorio Feltri, commentando all'AdnKronos il rigetto da parte della Cassazione dell'istanza presentata dai legali di Alberto Stasi per la revisione del processo sull'omicidio nel 2007 di Chiara Poggi a Garlasco, in provincia di Pavia.

"Le prove non ci sono, sono soltanto indizi, deduzioni, considerazioni, ipotesi; ma niente prove e dunque l'imputato doveva essere assolto perché non può essere minimamente accusato di niente - sottolinea Feltri - Non voglio sostenere che lui sia innocente, perché questo non posso saperlo; possono anche esserci dei dubbi sulla sua innocenza. Ma posso dire che non ci sono prove della sua colpevolezza e di conseguenza che Stasi non poteva e non può essere condannato, peraltro a una condanna così grave".

Per Feltri, "il caso Garlasco, purtroppo, è uno dei più classici esempi di come funziona o non funziona la giustizia in Italia e, in tal senso, non deve sorprendere noi italiani. Basti pensare al cosiddetto 'scandalo Eni' finito tutto in una bolla di sapone, quando per una decina di anni diverse persone sono state fatte passare per corrotte, per gente che aveva commesso dei reati. E anche dopo l'assoluzione, resta comunque la percezione collettiva dello scandalo: una scorrettezza terribile!".

Accusa il direttore di 'Libero': "La giustizia italiana ha sempre la tendenza a condannare, anche procedendo a tentoni, specie se si tratta di personaggi famosi e potenti, influenti e importanti, che fanno sempre notizia sulle prime pagine dei giornali e sulle tv". E come si uscirebbe da questo preteso 'circolo vizioso'? "Se ne uscirebbe solo dando una ripulita alla casta dei magistrati che, come ha denunciato Palamara, sono una specie di pozzo nero", sostiene Vittorio Feltri.

(di Enzo Bonaiuto)

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