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Caso Luca Ventre, autorità Montevideo: "Entrò vivo in pronto soccorso"

02 febbraio 2021 | 13.04
LETTURA: 1 minuti

Slitta rientro salma in attesa risultati tossicologici

Caso Luca Ventre, autorità Montevideo:

Sarebbe morto in ospedale e non all’interno dell’ambasciata italiana di Montevideo Luca Ventre, il trentacinquenne deceduto la mattina del 1 gennaio scorso in Uruguay. E’ quanto emergerebbe da alcuni video in mano alle autorità dell’Uruguay il cui contenuto è stato reso noto dalle autorità della Fiscalìa agli inquirenti italiani della Procura di Roma durante un vertice in videoconferenza. In particolare, dalle immagini, l’italiano era ancora vivo quando arrivò al pronto soccorso. A coordinare il fascicolo aperto in Italia per il reato di omicidio preterintenzionale, al momento contro ignoti, è il sostituto procuratore Sergio Colaiocco che ha delegato i carabinieri del Ros di svolgere una serie di accertamenti. Le autorità di Montevideo dal canto loro al momento procedono per reati di specie colposa. Nei video già a disposizione degli inquirenti si vede Ventre scavalcare il cancello dell'ambasciata italiana di Montevideo e poi bloccato in cortile a terra per diversi minuti da due vigilantes.

Si dovrà comunque attendere ancora per il rientro della salma in Italia, in attesa degli esiti di ulteriori accertamenti autoptici e tossicologici. Dai primi risultati, la morte potrebbe essere avvenuta per un mix di stupefacenti, che Ventre avrebbe assunto poco prima del decesso, farmaci calmanti che i medici gli avrebbero dato al pronto soccorso e alcune patologie cardiache di cui sembra soffrisse il 35enne, secondo quanto appurato dalle indagini condotte in Uruguay.

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