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Cassazione: marito si autodenuncio' di egoismo, l'addebito non e' automatico

04 aprile 2014 | 15.25
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L'autodenuncia di egoismo da parte del coniuge messa nero su bianco, in caso di separazione, non fa automaticamente scattare l'addebito del crac matrimoniale. Lo sottolinea una sentenza della Cassazione nel ribaltare un verdetto della Corte d'appello di Catanzaro che aveva addebitato la separazione ad un marito colpevole di avere trascurato la famiglia per dedicarsi completamente ai suoi interessi. Una inadeguatezza che, come spiega la sentenza 7998, l'uomo aveva denunciato in una lettera nella quale aveva espresso il suo stato d'animo, facendo una sorta di autodenuncia. Nel frattempo la moglie aveva imbastito una relazione extraconiugale.

Per la Corte d'appello (febbraio 2010), la separazione andava addebitata al marito sulla base della missiva indirizzata alla moglie nella quale "riconosceva di avere trascurato la famiglia e la moglie e di avere anteposto i propri interessi personali". Quanto alla relazione adulterina della moglie, per il giudice di secondo grado era conseguenza e non causa della crisi coniugale. Contro il verdetto di colpevolezza, il marito ha fatto ricorso in Cassazione, facendo notare che la sua autodenuncia era da inquadrarsi nell'ambito di un "esame di coscienza palesato alla moglie" al solo scopo di riconciliazione, tanto più che la coppia successivamente aveva adottato anche una bambina. (segue)

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