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Servizio civile: cittadini attivi, istruiti e molto social, fotografia dei volontari

04 agosto 2016 | 16.40
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Il commento del sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (video)

Servizio civile: cittadini attivi, istruiti e molto social, fotografia dei volontari

Due su tre sono donne, uno su tre risiede nel Sud Italia, più della metà ha il diploma di scuola secondaria superiore, quasi tutti conoscono almeno una lingua straniera a livello base. E soprattutto sono 'cittadini attivi': il 60% nell'ultimo anno ha partecipato a iniziative di volontariato, e sono più presenti alle votazioni. Sono i giovani del servizio civile, così come li ha fotografati un'indagine curata dall'Isfol per il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

L'indagine, dal titolo 'Il Servizio civile nazionale fra cittadinanza attiva e occupabilità', è stata presentata questa mattina, a Roma, dalla curatrice Sandra D'Agostino e dal sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, e rappresenta, come ha detto Bobba, "il primo step di una serie di indagini sul servizio civile: dopo questa faremo un'indagine su chi ha fatto il servizio civile con 'Garanzia Giovani' e poi ancora un'altra sugli enti e sui progetti, per capire com'è cambiata questa realtà".

La ricerca è stata svolta sui giovani che hanno effettuato Servizio civile a seguito del bando emanato nel 2015 ed è basata su un campione di 1.000 volontari su quasi 28.000. “L’indagine presentata oggi costituisce un’assoluta novità, capace non solo di tracciare l’identikit dei giovani in Servizio, ma anche di fungere da guida nella predisposizione del decreto legislativo in applicazione della legge delega di riforma del Terzo settore e del servizio civile", ha aggiunto Bobba.

I giovani che hanno svolto il Servizio civile tra il 2015 e il 2016 sono prevalentemente donne (65,3%) e si concentrano nelle classe di età 22-25 anni (48,1%). Provengono principalmente dal Sud (30,1%) e dal Nord (27,4%), vivono in famiglia, appartengono a un ceto sociale medio-alto e vorrebbero spostarsi. Infatti, viene rilevata una significativa propensione alla mobilità (86%), soprattutto se la motivazione consiste nella possibilità di avere uno sbocco lavorativo.

Il livello di istruzione dei volontari è decisamente superiore a quello dei loro coetanei. I giovani di Servizio civile sono più istruiti rispetto alla media della popolazione: oltre il 60% ha conseguito un diploma secondario superiore, il 12,7% una laurea di primo livello e il 16% una laurea di secondo livello.

Il 44,2% dei giovani che aderisce al Scn lo fa per accrescere le proprie competenze e avvicinarsi al mondo del lavoro. Tuttavia, altrettanto forti sono le motivazioni legate alla sfera della solidarietà: il desiderio di aiutare le persone che hanno bisogno (23,5%) per motivi connessi a ingiustizie, discriminazione, bisogni fisici ed economici.

I volontari del Scn sono più 'social' della media dei loro coetanei: tutti hanno una connessione Internet e Facebook risulta utilizzato dal 92,4% di loro, seguito da Instagram (46,5%) e da Twitter (19%) e Linkedin (16,6%). Un dato questo spiegabile, ha detto D'Agostino, "con il fatto che Twitter è un social network molto maschile e invece la maggior parte dei volontari Scn sono donne".

Nell'analisi delle motivazioni che spingono i giovani a scegliere un'esperienza con il Scn, si vede che per due su tre (il 67,2%) sono di carattere individuale, soprattutto per accrescere le proprie competenze, avvicinarsi così al mondo del lavoro e anche guadagnare i famosi 433 euro mensili della retribuzione.

"I nostri volontari del Scn -ha concluso D'Agostino, che ha svolto l'indagine con Federica De Luca, Sergio Ferri e Valentina Gualtieri- sono una popolazione 'selezionata' che entra nel Servizio civile con un solido bagaglio di cittadinanza attiva".

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