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Covid, Gismondo: "Lockdown impensabile, pensiamo a proteggere i fragili"

La microbiologa del Sacco di Milano: "Sì solo se è veramente mini e utile a circoscrivere focolai iniziali"

(Fotogramma)
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09 ottobre 2020 | 17.00
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"Sì a mini lockdown solo se veramente 'mini' e necessari a circoscrivere un focolaio iniziale, altrimenti assolutamente no: un nuovo lockdown" generalizzato "è impensabile. Primo perché non è necessario, secondo perché da un punto di vista economico sarebbe un disastro". E' l'opinione della microbiologa Maria Rita Gismondo, che di fronte all'aumento di infezioni da Covid-19 in Italia tiene a chiarire come la situazione attuale sia "anche a parità di contagi assolutamente diversa da quella che avevamo a marzo e aprile".

Piuttosto, spiega all'Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, "dobbiamo pensare a quali misure possiamo adottare per evitare che vengano colpiti gli anziani e le persone con più patologie", cioè "le fasce critiche" e più fragili di fronte all'attacco del coronavirus Sars CoV-2.

"Sebbene i numeri" dell'epidemia anche nel nostro Paese "stiano costantemente aumentando, e questo certamente non è un fattore positivo - riconosce l'esperta - la condizione" che stiamo vivendo in questo momento, "sia dal punto di vista ospedaliero sia per come si manifesta e per chi colpisce la patologia, è completamente diversa" da quella della prima fase dell'emergenza.

"Adesso non abbiamo un problema di terapie intensive - puntualizza Gismondo - ma eventualmente di posti di sub-intensiva, con persone che hanno dei sintomi il più delle volte neanche molto gravi e che comunque guariscono". Se "prima l'organizzazione sanitaria spaventava per il numero di terapie intensive, che oggi non dovrebbe saturarsi subito se l'andamento dovesse rimanere questo" con un equilibrio fra "ricoveri da un lato e guariti dall'altro", ora il nodo è la "richiesta di letti in sub-intensiva. Ovviamente le Regioni carenti da questo punto di vista potrebbero avere dei problemi", ma sotto l'aspetto clinico "la patologia Covid-19 oggi non si mostra grave come nel primo momento di questa unica, lunga ondata".

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