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Comunicato stampa

Coworking negli uffici postali? Intervista a Massimo Carraro, fondatore Rete Cowo®

03 marzo 2022 | 11.05
LETTURA: 4 minuti

Coworking negli uffici postali? Intervista a Massimo Carraro, fondatore Rete Cowo®

Milano 3 Marzo 2022. Carraro è stato tra i precursori del fenomeno Coworking in Italia: suo il primo spazio del nostro paese (Cowo® Milano Lambrate), suo il primo Network di spazi indipendenti (Rete Cowo®), che attualmente conta oltre 100 realtà di Coworking, su tutto il territorio italiano e in Canton Ticino.

Anche grazie al suo recente libro "Ho fatto un Coworking, anzi 100 - Se la relazione viene prima del business", da poco disponibile su Amazon, quando si parla di Coworking in Italia, tra le persone con cui dialogare in materia c'è di sicuro anche anche lui.

Max - come lo chiama chi lo conosce e lo frequenta, nelle numerose occasioni di networking che la sua Rete attiva costantemente online e offline - è quello che qualcuno potrebbe definire un "evangelist" del Coworking.

Al di là delle appartenenze e dei brand, infatti, il Coworking è indubbiamente una sua grande passione, ancora prima che un impegno professionale.

Giusto per citare un'espressione di questa sua dedizione, anche culturale, a tutto ciò che è Coworking, è stato autore - nel 2011 - del decalogo "Coworking Manifesto", attualmente tradotto in molte lingue e ripreso un po' ovunque si discuta di Coworking.

La notizia del momento, in questo ambito, è l'annuncio di Poste Italiane, per mezzo del suo condirettore generale Giuseppe Lasco, di attivare a breve circa 200 realtà di Coworking negli immobili della Rete di Uffici Postali della Penisola: ben 7.000 spazi, molti dei quali in città media o centri minori.

Grazie ai finanziamenti del PNRR, Poste Italiane attiverà quindi 200 Coworking in altrettanti uffici postali: così ha dichiarato il vertice di Poste Italiane con un comunicato stampa e un video divulgati alcuni giorni fa.

Il progetto è originale, la vision totalmente nuova, il brand di quelli che fanno notizia... ce n'è abbastanza per una sessione di domande e risposte con Carraro!

Carraro, lei che rappresenta il maggior Network nazionale di spazi di Coworking, come ha accolto la notizia di Poste Italiane che si lancia in un progetto di 200 spazi di Coworking in tutta Italia?

Con sincera curiosità, e anche con un pizzico di ammirazione.

Ho già avuto modo di dire che si tratta di un progetto senza precedenti, né in Italia né altrove, e come appassionato di innovazione non posso che vederne i lati, appunto, evolutivi per il nostro mercato.

E poi c'è la sfida di un brand importante, con una penetrazione del mercato, a livello di consapevolezza, più unica che rara... qualcosa che è profondamente radicato nel tessuto sociale italiano.

A mio parere, un successo di Poste sarebbe un successo per tutto l'ecosistema Coworking: come tutti coloro che lavorano in questo ambito ben sanno, la difficoltà principale è l'emersione della domanda, non certo la saturazione del mercato, ancora lontanissima.

Solo luci, quindi, nessuna ombra?

A parole si fa presto, poi tra il "dire Coworking" e il "fare Coworking", ne passa.

Ma non è giusto - e neppure elegante - anteporre i dubbi alle potenzialità: mi piace pensare che ci stupiranno in positivo.

A mio avviso, i punti di attenzione, potenzialmente critici, per loro saranno: vision del progetto, implementazione pratica, organizzazione dei servizi.

Senza dimenticare che il Coworking di qualità, valido anche dal punto di vista commerciale, è quello che sa far leva sui rapporti tra professionisti, sul networking.

Un punto su cui Poste Italiane dovrà ragionare bene se non vorrà attivare dei punti anonimi, privi di valore relazionale.

• Quali le reazioni tra i Coworking del suo Network?

Ogni volta che un nuovo player si affaccia sul mercato, c'è chi si preoccupa di perdere quote di mercato.

Personalmente, la penso all'opposto: quando smetteremo di aver paura di perdere quote di mercato, inizieremo ad averne di più grandi.

Con Rete Cowo® ho ragionato così sin dall'inizio, quando di Coworking in Italia ce n'era solo uno, il mio. Ora ce ne sono centinaia e lavoriamo tutti molto meglio di allora.

Pensa che gli sconvolgimenti nell'organizzazione del lavoro che ha creato la pandemia (smart working, hybrid working, lavoro agile...) abbiano avuto un ruolo nella decisione di Poste?

Non saprei, di certo gli eventi pandemici hanno portato tutto l'ecosistema lavorativo e ripensarsi.

Non mi stupirebbe che nel ragionamento di Poste sia entrata anche questo tipo di valutazione.

La contemporaneità è fatta anche della pandemia, il mercato sarà di chi interpreterà al meglio anche questi aspetti.

• Se Poste attiverà il proprio progetto, si creerà in Italia una Rete grande il doppio di Cowo®: 200 spazi di Poste verso i 100 spazi di Cowo®: che effetto le fa?

Nessuno in particolare, non abbiamo mai puntato ad alcun primato: se siamo i più numerosi è semplicemente perché molti si riconoscono nei valori e nella qualità che contraddistinguono il nostro brand e decidono di aderire al progetto... che poi siamo i più grandi o i più piccoli, poco importa agli occhi dell'unico soggetto che conta veramente: chi sceglie uno spazio di Coworking per svolgervi il proprio lavoro.

L'importante, a mio avviso, è essere in grado di fornire il miglior servizio possibile a tutti coloro che utilizzano Rete Cowo® per la propria attività professionale e di Networking.

Quanto al numero degli spazi di Coworking, l'ho scritto anche nel mio libro: secondo me presto saranno più numerosi dei bar (e anche degli Uffici Postali), e a lavorare meglio saranno quelli che proporranno il miglior mix di qualità del servizio, sostenibilità economica, relazioni di valore.

--

Massimo Carraro - Founder

COWO® - Dal 2008, la Rete dei Coworking Indipendenti in tutta Italia e Canton Ticino

È uscito ed è disponibile su Amazon il mio libro: "Ho fatto un Coworking, anzi 100"

Ufficio stampa Fattoretto Agency

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