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Garlasco, procuratore: "Impronta Sempio individuata ora grazie a nuove tecnologie"

Fabio Napoleone in una nota sulla svolta della consulenza della perizia: accertamenti hanno riguardato "tutte le impronte all'epoca dei fatti non attribuite o ritenute 'non utili'". Il colore dato dal reagente: "No sangue"

Andrea Sempio - (Fotogramma)
Andrea Sempio - (Fotogramma)
21 maggio 2025 | 13.11
LETTURA: 3 minuti

A quasi 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, gli inquirenti sostengono che "l'impronta 33, evidenziata mediante l'impiego delle ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio, per la corrispondenza di numero 15 minuzie dattiloscopiche". La svolta della consulenza della perizia, affidata dalla procura di Pavia al tenente colonnello del Ris Gianpaolo Iuliano e all'esperto Nicola Caprioli, è stata ottenuta "alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software", spiega il procuratore capo Fabio Napoleone in una nota.

Gli accertamenti dei consulenti, nella nuova inchiesta sull'indagine che vede indagato per omicidio l'amico del fratello della vittima hanno riguardato "tutte le impronte all'epoca dei fatti non attribuite o ritenute 'non utili'".

Cosa si sa di quella impronta

L'impronta della mano destra attribuita a Sempio - non databile - è stata trovata sulla parete della scala dove è stato gettato dall'assassino il corpo di Chiara Poggi. Le superfici delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina di casa Poggi, "sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento eseguite in data 21 agosto 2007 dai Ris di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti; in data 29 agosto 2007 i Ris di Parma hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale della cantina precedentemente trattate con ninidrina individuando l'impronta '33' che è stata fotografata; il 5 settembre 2007 una parte dell'impronta '33' priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile. L'ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto", spiega la nota della procura.

"Come emerge dalla relazione di consulenza tecnica del 2007 dei Ris di Parma la restante parte dell'impronta '33', potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici, era stata ritenuta 'non utile'". La nota arriva all'indomani del mancato interrogatorio di Sempio, dopo che l'immagine è stata mostrata al fratello di Chiara e ad Alberto Stasi, il fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto di Garlasco, per "una maggiore celerità ed efficienza delle indagini e al fine di sviluppare un eventuale contraddittorio con la difesa di Andrea Sempio, anche per eventuali deduzioni al riguardo".

Il colore dell'impronta

L'impronta non è insanguinata: la parole sangue non compare mai nelle oltre venti righe con cui il procuratore Fabio Napoleone smentisce questo dato e invita alla prudenza. La traccia palmare non è databile quindi non è necessariamente legata all'omicidio della 26enne. Inoltre il corpo di Chiara Poggi, gettato sulle scale che portano in cantina, scivola per diversi gradini fermandosi quando ne mancano solo tre, quindi distante dal punto in cui l'assassino getta il corpo della vittima.

L'impronta fotografata e analizzata nel 2007 - grattando l'intonaco dal muro con un bisturi - è stata sottoposto a esame e l'obti test, l'esame più specifico per cogliere la presenza di sangue umano, ha dato "esito negativo". E su questa impronta catalogata con il numero 33 la Procura di Pavia "sta procedendo a ulteriori investigazioni". La presenza di quella impronta è stata chiesta a Marco Poggi, il fratello della vittima sentito ieri come testimone, il quale ha spiegato che l'amico Andrea Sempio si muoveva indisturbato nella villetta di via Pascoli.

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