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Dalle inchieste sul terrorismo al caso Biot: Gianfederica Dito a capo procura Arezzo

Gianfederica Dito
Gianfederica Dito
08 maggio 2024 | 16.53
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Sessantadue anni, con una lunga esperienza alla procura di Roma dove si è occupata di alcune delle inchieste principali degli ultimi anni, Gianfederica Dito arriva a capo della procura di Arezzo. Una carriera iniziata nel 1990 come giudice della pretura circondariale di Ivrea, nel 1993 il passaggio quale magistrato di Sorveglianza a Roma e nel 1998 quello a sostituto procuratore sempre nella Capitale. Dal 2011 al 2018 ha svolto, fuori ruolo, le funzioni presso il ministero della Giustizia, prima all’Ispettorato generale e poi al Dap con l’incarico di direttore dell’ufficio per l’attività ispettiva e del controllo.

Dito, che per oltre sedici anni ha svolto funzioni requirenti, si è occupata di reati contro il patrimonio, contro la persona, in particolare violenze sessuali e abusi su minori, colpe professionali e infine dei reati contro la personalità dello Stato e contrasto al terrorismo, sia interno che di matrice islamica. Sue alcune delle principali indagini sulle minacce, sia via mail che sul web, ai danni di alte cariche istituzionali, fra cui il capo dello Stato, il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro della Salute, così come quelle su attacchi hacker a siti informatici istituzionali tra i quali quello della Regione Lazio e all’Istituto superiore di Sanità. Nel periodo dell’emergenza Covid è stata titolare anche di diversi fascicoli relativi alla gestione delle Rsa contestando lesioni colpose e omicidi colposi per le morti di anziani ospiti delle strutture.

A Dito sono state assegnate anche le indagini su uno dei casi più rilevanti di spionaggio in Italia: la vicenda che riguarda il capitano di fregata Walter Biot, arrestato nel marzo 2021 mentre passava documenti segreti a un funzionario russo in cambio di denaro. Un’inchiesta e un processo davanti alla prima corte di Assise di Roma che hanno portato a una condanna a 20 anni. Gianfederica Dito si è occupata, inoltre, dell’assalto alla sede della Cgil nel corso della manifestazione contro il green pass del 9 ottobre 2021: lo scorso dicembre è arrivata la condanna in primo grado, tra gli altri, del leader di Forza Nuova Roberto Fiore, dell’ex Nar Luigi Aronica e di Giuliano Castellino, a cui veniva contestato anche il reato di istigazione a delinquere. Un ‘’attacco frontale alle istituzioni’’ con ‘’esortazione alla violenza’’ hanno scritto i giudici riconoscendo la responsabilità degli imputati.

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