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Droga e sequestri di persona, condannato a 20 anni Leandro Bennato

Nel processo a Roma con rito abbreviato dopo l’inchiesta dei pm Giovanni Musarò ed Erminio Amelio

Droga e sequestri di persona, condannato a 20 anni Leandro Bennato
15 aprile 2024 | 15.55
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Condannato a 20 anni con rito abbreviato Leandro Bennato, accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione e detenzione ai fini di spaccio di 107 chili di cocaina. Il gup di Roma inoltre ha inflitto una pena a 19 anni e 4 mesi a Elias Mancinelli e condannato altri cinque imputati a pene che vanno dai 7 anni e 4 mesi ai 4 anni e 10 mesi. Una sentenza che accoglie l’impianto accusatorio dei pm Giovanni Musarò ed Erminio Amelio.

Nell’inchiesta, coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia capitolina Michele Prestipino e Ilaria Calò, a Bennato si contesta l’accusa di sequestro a scopo di estorsione in relazione a tre diversi episodi commessi tra novembre e dicembre del 2022 per recuperare l'ingente quantitativo di sostanza stupefacente che gli era stata sottratta. Bennato, il cui nome compare anche nelle carte dell’inchiesta sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, era stato fermato ad aprile dello scorso anno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno condotto le indagini.

Bennato, inserito nel contesto criminale attivo nella zona di Casalotti e Boccea, è accusato, insieme con Elias Mancinelli di essere il 'proprietario' di 107 chili di cocaina poi sottratta a Gualtiero Giombini che la custodiva per loro. In seguito al furto della droga, Bennato avrebbe tenuto segregato Giombini per diversi giorni all'interno di una baracca, privato degli abiti nonostante le temperature rigide, picchiato ripetutamente affinché rivelasse informazioni utili per recuperare la cocaina rubata e liberandolo solo dopo aver indicato il nome di Cristian Isopo come uno dei responsabili del furto. Giombini morirà poche settimane dopo essere stato sequestrato. Secondo l’atto d’accusa dei pm, Bennato ha agito quale “mandante del sequestro” e “regista” di tutte le fasi esecutive, ‘’dal momento in cui Giombini veniva privato della libertà personale, fino al momento della sua liberazione, disposta dallo stesso Bennato solo quando accertava che Giombini non poteva fornire ulteriori informazioni per consentire il recupero della droga sottratta’’.

Anche Isopo poi, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato sequestrato per dodici ore all'interno della stessa baracca in cui era segregato Giombini, legato ad una sedia con fascette da elettricista e picchiato ripetutamente fino a quando si è adoperato per restituirgli 77 chili della cocaina sottratta. Un terzo caso di sequestro di persona riguarda invece due donne, compiuto allo scopo di farsi restituire altri 7,7 chili della partita di droga. Una delle due donne fu liberata dopo circa 8 ore perché, secondo quanto ricostruito dalle indagini, era stata erroneamente sequestrata a causa dell’omonimia con la cugina. Oltre alla droga, per la liberazione, erano stati ‘restituiti’ circa 165mila euro provento della cessione di un’altra parte dello stupefacente sottratto.

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