"Quando ero al ministero lotta al fentanyl è stata una priorità, sui vaccini sono stato l'unico a dire alcune cose"
"Il forte monito di Papa Leone sulla droga, sul fentanyl e sull'etica della produzione farmaceutica non si può non condividere. Personalmente mi interpella dal profondo perché richiama due periodi della mia vita professionale. Il primo è la lotta alla pandemia dal fronte dello Spallanzani. In pochi denunciavamo le possibili derive geopolitiche e socioeconomiche della lotta al Covid e dello strumento vaccino sul quale, in epoca non sospetta, abbiamo denunciato manovre poco chiare. Eravamo abbastanza soli, in verità, ma il conforto autorevole di Papa Francesco ci spingeva ad andare avanti. Nel periodo ministeriale, grazie anche alla spinta in particolare del sottosegretario Alfredo Mantovano, abbiamo allertato in maniera tempestiva tutte le autorità competenti per evitare che il fentanyl entrasse in maniera massiccia nel nostro Paese. Ovviamente noi abbiamo fatto la nostra parte, ma è tutto il sistema Paese si deve mettere in modo". Così all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, tornando su quanto affermato ieri da Papa Leone che ha definito il fentanyl "la droga della morte", ricordando che la dipendenza da oppioidi, di cui il fentanyl è il simbolo, "sta devastando in particolare gli Stati Uniti" dove rappresenta "la seconda causa di morte tra i poveri".
Papa Leone ha anche puntato i riflettori sulle "ambiguità" dell'industria farmaceutica, un settore che "certamente rappresenta un grande progresso", ma che, spinto dalla logica del profitto, rischia di alimentare derive pericolose per la salute pubblica e la dignità della persona. "E' opportuno fare due precisazioni, a mio giudizio doverose. L'industria farmaceutica - puntualizza Vaia - è uno snodo importante non solo per la nostra economia, ma anche per la ricerca e l'innovazione che purtroppo pesa tantissimo su di loro e ancora poco dal versante pubblico. La seconda precisazione è sul vaccino: il suo uso distorto e a volte inutile quando non controproducente - come detto tante volte - non può farci disconoscere la sua importanza strategica e fondamentale per la prevenzione".
Infine, sulla droga Vaia lancia un messaggio: "Tutti dobbiamo essere più chiari: porta com sé disperazione ed anche morte. Misericordia ed assistenza amorevole per chi cade, pene durissime per chi produce e spaccia".