Oggi è San Francesco, dal 2026 sarà festa nazionale per il patrono d'Italia

La vita del santo e il provvedimento del Senato. Meloni ad Assisi per le celebrazioni: "Uomo di pace e dialogo, estremo ma non estremista"

Statua per San Francesco a Milano - Fotogramma /Ipa
Statua per San Francesco a Milano - Fotogramma /Ipa
04 ottobre 2025 | 09.11
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Oggi si festeggia San Francesco, il Patrono d'Italia in onore del quale dal prossimo anno, a partire dal 4 ottobre 2026, sarà indetta nuovamente festa nazionale, come recentemente stabilito dal Senato.

La vita del santo

Minuto, quasi cieco, stremato dalle malattie, con le mani e i piedi segnati dalle stimmate, Francesco, ancora prima di essere un grande santo è stato un uomo che ha saputo cambiare il mondo con la purezza della sua fede. Nato ad Assisi intorno al 1181 da famiglia benestante, nel 1205 - dopo una giovinezza violenta e scapestrata - Francesco scopre il messaggio di Cristo, e non solo decide di rinunciare ai beni materiali, ma si spoglia dei suoi abiti di fronte al Vescovo e a una grande folla. Nel 1210 Papa Innocenzo III approverà la prima regola francescana, e nel 1212 la giovane Chiara, amica fedele di Francesco, fonderà il ramo femminile "Ordine delle Clarisse’’.

Francesco, uomo modesto e umile, il 24 settembre 1224 si avvicina più che mai al Signore, e durante una profonda estasi a La Verna riceve le stimmate di Cristo. Morirà il 3 ottobre 1226; canonizzato da Gregorio IX ad appena due anni dalla morte, sarà tumulato ad Assisi nella Basilica a lui dedicata, dove oggi è venerato come Patrono d’Italia.

4 ottobre festa nazionale

Con il via libera definitivo del Senato al provvedimento, arrivato il 1 ottobre scorso, il 4 ottobre è stabilita la festa nazionale di San Francesco, di cui nel 2026 ricorrerà l'ottavo centenario della morte.

Con il provvedimento quindi viene introdotto un nuovo giorno festivo, che si aggiunge ai dodici già previsti oltre le domeniche, con l'applicazione del relativo orario nei luoghi di lavoro e il divieto di compiere determinati atti giuridici e la corresponsione di trattamenti retributivi aggiuntivi e di specifiche maggiorazioni dei compensi previsti per il lavoro svolto nelle festività.

Meloni ad Assisi per le celebrazioni

''E' la prima volta che partecipo a questa celebrazione. Per me è un onore. San Francesco è una delle figure identitarie più importanti della nostra storia, forse la principale. E' stato un uomo di azione, non amava i compromessi, i sotterfugi, era un uomo esigente. E' stato un uomo estremo ma non un estremista. E' stato un uomo di pace e dialogo'', ha intanto detto oggi la premier Giorgia Meloni parlando ad Assisi in occasione delle celebrazioni di San Francesco.

Per Meloni, il santo è "una delle figure fondative dell'identità dell'Italia, forse la principale", che "insegna che la pace non si materializza quando la si invoca, ma quando si costruisce con impegno, pazienza e coraggio con la forza della responsabilità e l'efficacia della ragionevolezza".

''Ricordo che San Francesco insegnava anche il rispetto, rispetto nell'ascolto, rispetto nel comprendersi e nel capire le ragioni degli altri...'', le parole della premier in replica ad alcuni contestatori citando l'insegnamento del ''poverello di Assisi'' e sottolineando che ''il Santo era un uomo di pace e dialogo, un uomo estremo ma non estremista... Non è stato un trovatore sognante ma un uomo d'azione, rapido fin quasi a essere precipitoso nei compiti che assumeva e negli impegni che prendeva. Ha dato l'esempio della povertà ma non della miseria. Non amava i compromessi, le mezze verità, i sotterfugi, era un uomo esigente come erano i santi''. Parole pronunciate dal presidente del Consiglio nel giorno della manifestazione pro-Pal a Roma e 24 ore dopo le polemiche sullo sciopero generale, mentre continua serrata la trattativa attorno al piano di pace Usa per provare ad arrivare al cessate il fuoco in Medio Oriente.

"Nella lettera ai reggitori dei popoli -dice Meloni- San Francesco esorta chi ha responsabilità di governo a non misurarsi soltanto con il consenso ma a tenere conto nel proprio operato del più grande orizzonte di senso: è un invito che scuote e inquieta, che non dà indicazioni politiche ma agita i cuori e non lascia indifferenti. San Francesco è stato un uomo di pace, di dialogo e confronto, disarmato di tutto tranne che della sua fede e della sua mitezza. San Francesco ci insegna che si deve parlare con tutti, anche con chi può sembrare un avversario o addirittura un nemico. Dove finisce il dialogo e si esaurisce la pazienza nella relazione con chi è diverso, non ti piace o non la pensa come te, è lì che germoglia il seme della violenza, il virus della guerra! Un messaggio oggi attualissimo...''.

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