Viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Turchia e Libano
“Le guerre non vengono da Dio: l’umanità è chiamata alla fraternità”. Lo ha detto il Cardinale Gerhard Ludwig Muller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in una lunga intervista esclusiva all’emittente turca A Haber, in occasione del viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Turchia e Libano, soffermandosi sul significato spirituale, teologico e geopolitico di questa visita storica. Secondo il Cardinale, tutti i veri credenti, di ogni religione, condividono una certezza: la guerra non nasce da Dio ed è contraria al bene dell’umanità. Per questo, ha affermato, è necessario superare i conflitti attraverso il rispetto profondo della dignità di ogni persona e della sua coscienza religiosa, politica e culturale. “Secondo la fede cristiana -ha spiegato- il Papa è il primo messaggero di pace e il rappresentante di Gesù Cristo, che ha dato la vita per tutti. Preghiamo affinché questo viaggio contribuisca a ricordare al mondo che siamo creati come fratelli e sorelle, non come nemici”.
Müller ha inoltre sottolineato che la Turchia occupa un posto di rilievo non solo nella storia del cristianesimo, ma anche nello scenario geopolitico contemporaneo: “La Turchia ha un’importanza religiosa, culturale, storica e persino militare. Ogni nazione deve scegliere se lavorare per la pace o per gli interessi di pochi potenti che vogliono imporre la loro visione”. Secondo il cardinale, lo Stato non deve imporre una religione né determinare ciò che è vero o falso in materia di fede: il suo compito è garantire il bene comune, la libertà religiosa e la pluralità.
Nella tradizione cristiana -ha ricordato Muller- esiste una distinzione chiara tra autorità civile e autorità spirituale: “Dare all’imperatore ciò che è dell’imperatore, e a Dio ciò che è di Dio. La Chiesa non ha interessi di potere: il suo compito è il bene dell’umanità”. Inoltre Müller ha ribadito che la Chiesa cattolica non persegue obiettivi politici o economici: la sua missione è servire l’uomo, in questa vita e nell’orizzonte della vita eterna. “Crediamo che il senso dell’esistenza umana non si esaurisca con la morte. Siamo chiamati alla felicità eterna e alla visione di Dio. È questa la speranza che il Papa porta nel mondo”.
Poi sui giovani e il futuro il cardinale ha sottolineato: “Non siate passivi, siete responsabili del mondo che verrà”. E riprendendo un tema caro a Papa Leone XIV, il Cardinale ha ricordato che i giovani non sono solo il futuro, ma anche il presente dell’umanità: “Ogni generazione ha il dovere di preparare un futuro migliore. I giovani devono conoscere il fondamento della nostra speranza e mettere i propri talenti al servizio del bene comune, superando confini e divisioni”.
Un punto centrale del viaggio del Papa sarà İznik (antica Nicea), luogo del primo Concilio ecumenico del 325, dove venne definita la dottrina fondamentale della fede cristiana: “Lì i vescovi affermarono per tutti i tempi che Gesù Cristo non è un semplice profeta, ma il Figlio di Dio, consustanziale al Padre nella Santissima Trinità. Questa è la base della nostra fede”. Il Cardinale ha spiegato che Cristo è presente non solo nella storia, ma anche oggi nella Chiesa e nell’Eucaristia, “la presenza reale del suo Corpo e del suo Sangue, centro e fondamento della fede cattolica”. Secondo Müller, Papa Leone XIV porterà in Turchia e in Libano un messaggio universale: “Non si tratta soltanto di affermazioni generali sull’unità, ma della proclamazione degli elementi essenziali della fede cristiana, condivisi anche dagli ortodossi e da molte altre confessioni cristiane. Il Papa viaggia come successore di Pietro per ricordare al mondo che la pace è possibile solo nel rispetto reciproco e nella dignità di tutti”. Il Cardinale ha concluso affermando che il Papa, con questo viaggio, vuole dare un segno concreto di pace tra le religioni e tra i popoli, “nel nome dell’unico Dio che tutti riconosciamo”.
Il viaggio di Papa Leone XIV non rappresenta soltanto un gesto simbolico, ma una proclamazione universale dei fondamenti della fede cristiana e un forte appello alla pace globale. Accompagnato dai rappresentanti delle altre confessioni cristiane, il Pontefice intende ribadire che: la salvezza si compie attraverso la croce e la risurrezione di Cristo; Cristo ritornerà alla fine dei tempi come giudice e salvatore dell’umanità; la pace autentica è possibile solo rispettando la dignità umana e la libertà religiosa. In un Medio Oriente segnato da profonde ferite, questo viaggio assume -come sottolinea il Cardinale Müller- un valore storico e spirituale straordinario: un invito a riscoprire la fraternità tra i popoli e la responsabilità condivisa verso il futuro.