
Il Ministro per lo Sport e i Giovani ha parlato in occasione della Seconda edizione della Unesco Naples Conference on Cultural Heritage in the 21st Century
In occasione della Seconda edizione della Unesco Naples Conference on Cultural Heritage in the 21st Century (4-6 giugno 2025), il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha promosso il side-event YOUTH4HERITAGE - Rising voices from Naples. All’evento hanno preso parte ventisei giovani selezionati dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, in collaborazione con l’Agenzia Italiana per la Gioventù, interessati alla valorizzazione e tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale, insieme a una rappresentanza di giovani professionisti stranieri già impegnati nel settore: William Richardson (Ghana), Aliguma Ahabyona Akiiki (Uganda), Majdulin Elmansuri (Libia), Ritika Khanna (India), RawdaAbdelhady (Egitto), Mette Lykkegård-Maes (Danimarca), TinHinane Bachir-Cherif (Algeria).
I giovani professionisti sono stati selezionati dall’Unesco in collaborazione con le autorità italiane, anche al fine di privilegiare la partecipazione di rappresentanti provenienti da alcuni Paesi africani, in connessione con le azioni per i giovani previste dal Piano Mattei. Durante il suo intervento di apertura, il Ministro Abodi ha richiamato l’eredità dell’European Young Heritage Professionals Forum del 2019 e l’impegno Unesco nella salvaguardia delle varie forme delle fondamentali culture identitarie, necessarie per garantire la coesione sociale, nel rispetto delle diverse 'radici'.
Il Ministro ha inoltre sottolineato come “lo spirito di questi appuntamenti è quello di sostanziare una visione alla quale ispirarsi, una strategia da seguire, un obiettivo da perseguire, legato proprio al coinvolgimento dei giovani nella valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Questo tema, ben presente nel dibattito odierno al quale hanno partecipato giovani provenienti da diverse aree del mondo, rappresenta un riferimento imprescindibile del nostro Governo, così come di Unesco. Dobbiamo dare un significato sempre più concreto al valore delle infrastrutture intangibili e alla consapevolezza di quanto siano indispensabili per qualificare le identità delle rispettive terre. Abbiamo bisogno di sensibilità ‘allenate’ alla custodia e al tramandare, ma anche alla capacità di sviluppare una relazione stretta tra patrimonio culturale intangibile e tangibile, da preservare, valorizzare, promuovere e condividere. E tutto questo non è né scontato, né facile".
"Il lavoro che abbiamo iniziato oggi - ha proseguito il Ministro - si lega inesorabilmente a queste finalità: rendere chiaro e quotidiano il valore identitario delle infrastrutture culturali, in tutte le sue declinazioni, alle giovani generazioni. Per rafforzare il valore dell’identità è fondamentale la supremazia del rispetto e delle rispettive diversità. Questa è una fase nella quale sentiamo spesso parlare della necessità di costruire ponti. Sono dell’idea che il lavoro che stiamo cercando di fare sia propedeutico per questa costruzione perché il presupposto dei ponti è la conoscenza delle sponde e le sponde, delle quali fanno parte integrante i contenuti culturali dei quali abbiamo parlato, sono elementi che devono essere conosciuti, tramandati, difesi, promossi, altrimenti rischiamo di perderci in un globalismo culturale che snatura le identità e ognuno di noi, rendendoci molto più poveri, soprattutto dal punto di vista valoriale".
"La struttura immateriale più preziosa e della quale non sempre abbiamo consapevolezza piena, quella che non sempre riusciamo a preservare, quella che vorremmo e dovremmo tramandare in modo più efficace è il senso della vita, il valore della vita. A volte la diamo per scontata, invece appuntamenti come questo devono partire dalla consapevolezza che ognuno di noi è testimone e beneficiario di un 'miracolo'. Non possiamo prescindere dalla vita, anche se la cronaca del mondo e delle nostre città ci rappresenta ‘il sonno della ragione’ che dobbiamo poter sollecitare al risveglio, anche attraverso preziose occasioni come questa. I giovani testimoni di esperienze provenienti dal mondo e i partecipanti italiani, selezionati in ragione delle proposte progettuali presentate in fase di selezione, formeranno un osservatorio permanente che mi sarà di prezioso supporto per elaborare strategie e configurare nuovi strumenti a beneficio non solo dei giovani stessi, ma dell’intera comunità nazionale” ha concluso Abodi.
Gli esperti hanno condiviso le proprie esperienze sia di vita che di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, attraverso progetti che uniscono educazione, sostenibilità e impegno civico, in contesti che spaziano dall’Africa all’Europa e all’Asia. Lo scambio odierno tra i giovani professionisti e i ragazzi ha rappresentato un momento di ispirazione e condivisione al fine di rafforzare la consapevolezza del loro potenziale contributo futuro alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Le ragazze e i ragazzi presenti hanno avuto l’opportunità di collaborare attivamente tra loro e con gli esperti, contribuendo alla redazione di un documento finale che propone soluzioni concrete e innovative per promuovere la partecipazione attiva, consapevole e inclusiva delle nuove generazioni. Una prima giornata di lavoro, un primo passo di un percorso fortemente voluto dal Ministro Abodi che, attraverso il confronto, intende favorire un cambiamento di prospettiva sul rapporto tra giovani e patrimonio culturale: da “ricettori passivi” a protagonisti consapevoli, coinvolti e impegnati.