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Accoltellò Salman Rushdie, condannato a 25 anni di carcere

Prima della sentenza, l'imputato ha affermato di considerare lo scrittore "un ipocrita e un bullo"

Salman Rushdie (Afp)
Salman Rushdie (Afp)
16 maggio 2025 | 18.04
LETTURA: 3 minuti

È stato condannato a 25 anni di carcere, il massimo della pena, Hadi Matar, il 27enne statunitense di origini libanesi riconosciuto colpevole del tentato omicidio dello scrittore anglo-indiano Salman Rushdie, aggredito con un coltello il 12 agosto 2022 durante un evento pubblico a Chautauqua, nello Stato di New York. La sentenza è stata pronunciata oggi dal giudice David W. Foley, al termine di un'udienza durata circa un'ora dal Tribunale della contea di Chautauqua.

Rushdie, 77 anni, era intervenuto a una conferenza letteraria presso un centro culturale quando Matar salì sul palco e lo colpì ripetutamente, causandogli gravi ferite. Lo scrittore, che ha rischiato la vita, è oggi cieco da un occhio e ha riportato danni permanenti a una mano e al volto. Durante la breve dichiarazione concessagli prima della sentenza, Matar ha affermato di considerare Rushdie "un ipocrita e un bullo", motivando così, senza alcun segno di pentimento, il gesto che ha scioccato l'opinione pubblica mondiale. La giuria ha impiegato meno di due ore per raggiungere un verdetto di colpevolezza. La difesa non ha chiamato testimoni, e lo stesso Matar ha scelto di non testimoniare in aula.

L’attacco a Rushdie è avvenuto dopo decenni di minacce rivolte allo scrittore anglo-indiano, da tempo sotto protezione per via della condanna a morte (fatwa) emessa nel 1989 dalla Guida suprema iraniana, l'ayatollah Khomeini, a causa del romanzo "I versetti satanici", pubblicato nel 1988. L'opera, che contiene una rappresentazione romanzata del profeta Maometto, fu considerata blasfema da molti musulmani e provocò violente reazioni in tutto il mondo islamico. Rushdie ha vissuto a lungo sotto scorta e in clandestinità, simbolo globale della libertà d'espressione. L'attacco del 2022 ha riaperto il dibattito sulla violenza fondamentalista e sulla protezione degli intellettuali minacciati per le proprie opere.

A pochi giorni dalla sentenza, il celebre scrittore anglo-indiano tornerà nel Regno Unito per partecipare all'Hay Festival, uno degli appuntamenti culturali più prestigiosi al mondo, che si terrà dal 22 maggio al 1º giugno 2025.

Rushdie ha scelto il palco di Hay-on-Wye, nel Galles, per raccontarsi attraverso "Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio", il libro scritto dopo l'attentato, e "La città della vittoria", il suo ultimo romanzo, entrambi pubblicati in italiano da Mondadori. "Ma il suo ritorno non è solo letterario: è una dichiarazione di resistenza. È la risposta di un uomo che ha trasformato la violenza in narrazione e la paura in libertà", ha sottolineato la Bbc che ha anticipato la prossima presenza dell'autore al festival.

Sul palco dell'Hay Festival lo scrittore riaffermerà il suo "diritto alla parola", ha annunciato Rushdie. "Ricordo di aver pensato che stavo morendo", ha raccontato lo scrittore. "Per fortuna mi sbagliavo". Con "Coltello" ha trasformato l'attentato in materia letteraria, in un atto di autodifesa morale. "La sua presenza all’Hay Festival è il simbolo di un’intellettualità che non si piega, di una cultura che resiste - ha detto la Bbc - In un mondo segnato da estremismi e intolleranze, Salman Rushdie torna non solo come autore, ma come testimone della forza della parola. La stessa parola che trentacinque anni fa gli ha cambiato la vita. E che oggi, ancora, la salva".

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