Gasparo Angiolini, coreografo e giacobino: in uscita il libro scritto da Lorenzo Tozzi

Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Francesco Giambrone: "in piena epoca rivoluzionaria, ebbe il coraggio di dichiararsi 'democratico' e per questo fu arrestato, processato, imprigionato e deportato'. Le sue 'memorie' ci parlano di libertà, di dignità, di fedeltà alle proprie idee. E ci ricordano che l'arte, come la danza, è sempre movimento verso la libertà"

La copertina del libro scritto da Lorenzo Tozzi dedicato a Gasparo Angiolini
La copertina del libro scritto da Lorenzo Tozzi dedicato a Gasparo Angiolini
06 dicembre 2025 | 18.34
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Si torna a parlare di Gasparo Angiolini, il più importante coreografo italiano del Settecento, riformatore del ballo in senso espressivo e narrativo, antagonista di Jean George Noverre in una polemica intorno al balletto d’azione o pantomimo ('dramma danzato'). Dopo una vita di successi nelle grandi capitali europee (Milano, Vienna e più volte a Pietroburgo), il coreografo fiorentino (1731-1801) già collaboratore di Gluck e Calzabigi a Vienna per il 'Don Juan' (1761), 'Sémiramis' (1765) e per 'Orfeo e Euridice' (1762), negli ultimi anni della sua vita, ormai tornato a Milano, aderì agli ideali democratici della Repubblica Cisalpina, finendo però per reato di opinione nel 1799, con la restaurazione austriaca, prima nelle prigioni milanesi e poi deportato alle Bocche di Cattaro in Montenegro.

Questa la storia che racconta Lorenzo Tozzi, grande esperto di storia della danza e angioliniano doc, che pubblica per la prima volta per i tipi della Zecchini, insieme ad un suo saggio introduttivo (sul teatro giacobino a Milano durante la Cisalpina, compreso lo scandaloso Ballo del Papa di Lefevre), 'Le memorie di prigionia di un coreografo democratico 1799 - 1801'' scritte dall’ormai anziano maestro che aveva persino innalzato un albero della libertà dinanzi alla sua villa di Cormano. "Sono tornato alle origini – dice Tozzi – Più di 50 anni fa mi laureai alla Sapienza proprio con una tesi su Angiolini, poi pubblicata nel 1972. Allora mi interessava più la parte artistica ed estetica, ora ho voluto approfondire, risalendo alle fonti, le ultime drammatiche vicende della sua vita. Ed una grande emozione è stata l’aver reperito le 400 carte del processo (all’Archivio di Stato di Milano)".

"Dalle 'Memorie', una rarità del genere, sorge l’immagine di un uomo integro, colto, idealista, convinto della bontà del governo repubblicano e democratico, ma anche consapevole dei suoi possibili errori. Le sue considerazioni – conclude Tozzi - stilate in diretta in un momento in cui l’dea di unità e indipendenza era ancora agli albori, restano ancora oggi attuali ed illuminanti".

Il volume è stato presentato nella Sala stampa della Camera e al Teatro dell’Opera di Roma. Queste le parola del sovrintendente Francesco Giambrone: "Lorenzo Tozzi ha restituito voce ad un artista che il teatro lo ha vissuto come un destino. Angiolini fu un grande innovatore del Settecento europeo. Coreografo, teorico, collaboratore di Gluck, padre del 'balletto d'azione'. Ma in queste pagine scopriamo l'uomo dietro l'artista. Un uomo - prosegue- che in piena epoca rivoluzionaria, ebbe il coraggio di dichiararsi 'democratico' e per questo fu arrestato, processato, imprigionato e deportato'. Le sue 'memorie' ci parlano di libertà, di dignità, di fedeltà alle proprie idee anche di fronte alla prigionia. E ci ricordano che l'arte, come la danza- conclude- è sempre movimento verso la libertà". Da alcuni mesi è stata avviata una sottoscrizione per inaugurare una strada di Firenze dedicata al grande coreografo.

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