Sono sempre di più le persone che decidono di aprire un'attività 'low cost', colorando e personalizzando l'automezzo (fotogallery).
Da auto per cerimonie, stile vintage, a negozi itineranti. E' questa la nuova vita della cara vecchia 'Ape', famoso automezzo a tre ruote, rispolverata e messa a disposizione di un nuovo target di consumatori a prezzi che variano da un minimo di 10 euro a un massimo di 50mila euro. E all'elenco degli usi e riusi dell'ape non poteva mancare neanche l'apeshopper che offre la possibilità di fare shopping nel cuore di Roma, senza avere il pensiero del parcheggio e, soprattutto, dell'ingombro degli acquisti.
Quella dell'ape, dunque, è diventata un vero e proprio business. E' il caso di 'ApeRomaTour', che prevede anche tour di gruppo con automobili calessino a conduzione elettrica; oltre al classico servizio wedding dove uno chauffeur raggiunge, a bordo dell’ape calessino adornato ad hoc, lo sposo o la sposa per accompagnarli all'altare.
Ma il restyling della vecchia Ape non finisce qui. Sono sempre di più, infatti, le persone che decidono di aprire un'attività 'low cost', colorando e personalizzando l'automezzo grazie alla creatività dell'architetto Andrea Carletti, che con 'Street food mobile' ha creato le 'Ape-car', vere e proprie scatole colorate su tre ruote, che vendono generi alimentari e di abbigliamento: dagli aperitivi, panini con prodotti tipici, a scarpe e abiti.
"Tutto è cominciato -racconta a Labitalia Carletti- proponendo un prototipo, a La Spezia, per la vendita di molluschi e di panini. E poi sono cominciate ad arrivare le prime richieste di ape-car, fino ad oggi che riceviamo richieste da ogni parte del Paese".
"La nostra progettazione parte -spiega- dal prodotto e cerchiamo di rendere l'automezzo flessibile alle esigenze del prodotto stesso da vendere. Conti alla mano -avverte Andrea Carletti- il prezzo di un'ape-car varia da un minimo di 10mila euro, fino a un massimo di 50mila euro. Ovviamente, le cifre aumentano in base agli optional richiesti e alle rifiniture".
"Sicuramente, stiamo parlando -rimarca- di un prodotto figlio della crisi: vengono da me persone, spesso donne, che non possono permettersi l'apertura di un negozio. Come due giovani ragazze dell'Aquila che hanno deciso di ricominciare, dopo il terremoto, aprendo un negozio 'ape-car' in piena regola".
