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Musica: da Patty Pravo e Caterina Caselli l'amarcord del Piper

01 febbraio 2015 | 15.18
LETTURA: 8 minuti

Sul palco dello storico locale romano (guarda la fotogallery), fondato da Giancarlo Bornigia e Alberigo Crocetta, che il 17 febbraio compie 50 anni sono saliti molti dei più famosi artisti italiani ma anche tanti cantanti e band internazionali come David Bowie, i Pink Floyd e i Genesis

Patty Pravo durante un'esibizione al Piper
Patty Pravo durante un'esibizione al Piper

Era il 17 febbraio del 1965 quando Giancarlo Bornigia e Alberigo Crocetta decisero di dare vita al Piper, quel locale di Roma che sarebbe diventato il tempio del beat e delle generazioni musicali successive.

Guarda la fotogallery.

Locale che "in 50 anni è rimasto comunque sulla cresta dell'onda" dice all'Adnkronos Giancarlo Bornigia jr, figlio del fondatore, sottolineando: "Si parla sempre del periodo d'oro del Piper riferendosi solo alla seconda metà degli anni Sessanta, quando indubbiamente fu una grande scoperta visto che apportò una vera e propria rivoluzione sociale, cambiando il modo in cui i giovani trascorrevano pomeriggi e serate, il modo in cui fruivano della musica, venendo al Piper per ascoltarla dal vivo e vedere i loro idoli, cercando di toccarli e conoscerli. Ma il locale non si è esaurito negli anni Sessanta".

Il locale di via Tagliamento, ispirando la sua linea artistica a quanto avveniva nel mondo anglosassone, divenne ben presto un punto di riferimento presso le nuove generazioni. "Io ero a Londra quando mi parlarono di questo Piper e decisi di andarci" racconta all'Adnkronos Patty Pravo, tra le protagoniste dell'epoca e di quel locale tanto da essere soprannominata la 'ragazza del Piper'. "Erano i primi mesi del '66 e avevo 18 anni - sottolinea - Fui notata da Crocetta che mi chiese se sapevo cantare e ballare... e in pochi mesi fui travolta dal successo". A novembre dello stesso anno infatti era già famosa con 'Ragazzo triste'.

"Il Piper è stato una cosa meravigliosa in quel periodo - ricorda la cantante - la musica beat c'era solo al Piper in quegli anni. Che musica meravigliosa avevamo, davvero all'avanguardia". L'ambiente originale era decorato con opere d'arte, tra cui dipinti di Andy Warhol, Schifano e Piero Manzoni: "Non è facile trovare queste cose in Italia", dice Patty Pravo.

Bornigia jr, la fila spesso era lunga 800-900 metri

Sul palco del locale capitolino, dichiarato nel dicembre 2007 Bottega Storica, dove "per entrare - dice Giancarlo Bornigia jr - la fila era spesso lunga 800-900 metri", in questi 50 anni sono saliti molti dei più famosi cantanti italiani, compreso Renato Zero: "Era molto legato a mio padre, perché aveva lavorato per lui in alcuni suoi negozi - dice il figlio del fondatore - Non si è esibito tantissimo al Piper che comunque era per lui come una seconda casa. Tanto che gli ha dedicato l'album 'Via Tagliamento 1965/1970' che contiene il brano 'Piper Club' e nel 2013 lo ha scelto per presentare 'Amo-Capitolo 1', trasformandolo completamente in una bomboniera perché lo voleva tutto bianco".

Al Piper, che il 17 febbraio festeggerà i suoi 50 anni con una maratona di 8 ore tra musica live, video storici e dj set, si esibirono tra gli altri anche Caterina Caselli, Lucio Battisti, Loredana Bertè, Mia Martini, Rita Pavone. Oltre a tantissimi gruppi come i Rokes - che si esibirono proprio nella serata d'apertura del locale - l'Equipe '84, i Dik Dik, le Pecore nere, Mal e i Primitives, la Formula Tre, i Ricchi e Poveri, i New Trolls, Le Orme e i Pooh.

"Quando arrivai al Piper per la prima volta in realtà rimasi un po' delusa, mi sembrava più una balera perché da noi in Romagna di locali ce ne erano tanti - dice all'Adnkronos Caterina Caselli - ma quel pubblico e la possibilità di confrontarsi con artisti internazionali c'erano solo lì". "Ho cantato al Piper per un mese intero, era maggio del '65 - racconta ancora la cantante e produttrice discografica - cantavo per un'ora con i miei pantaloni a zampa e cintura bassa, poi scendevo tra il pubblico a ballare e poi risalivo sul palco. E' stato un tassello fondamentale della mia carriera. Ricordo l'esibizione con Lucio Dalla, era la fine del 1965, quando fummo portati in trionfo. E ricordo un ragazzo, quando ero appena arrivata a Roma, che diceva: 'So' bello, so' bullo e ballo bene. Annamo ar Piper'".

Quando Patty 'litigò' con i Pink Floyd

Il Piper contribuì anche alla sprovincializzazione della musica in Italia attraendo prima i più famosi complessi beat sulla scena internazionale come i Procol Harum, i Birds e i Pink Floyd, e più tardi i Genesis, gli Sly and family Stone, David Bowie che "fece partire il suo tour europeo dal Piper", Lionel Hampton e Duke Ellington.

"Ricordo che quando vennero a suonare i Pink Floyd ci ho anche litigato - ricorda sorridendo Patty Pravo - Era il 1968, io ormai ero sempre in giro e passando da Roma andai a salutare Crocetta. Loro sostenevano di aver inventato le luci psichedeliche. Invece l'idea era nostra... Avevamo inventato noi quei vetrini dove mettevi dentro delle cose colorate oleose e attraverso un proiettore sulle pareti venivano proiettate macchie colorate in giro. Ma poi da questa lite è nata un'amicizia. Perché il Piper era così, c'era molta fratellanza, per qualche mese diventò la mia seconda casa".

"A parte gli anni Sessanta, anche dopo - negli anni Settanta, Ottanta, Novanta e metà degli anni 2000 - pur avendo attraversato fasi alterne il Piper non si è mai 'estinto' a differenze di altri locali", sottolinea Bornigia che, insieme ai suoi fratelli, in questo locale ci è cresciuto e tutt’oggi lo gestisce. "Per mio padre il Piper è stata la cosa più importante che ha fatto, è stato l'inizio di una carriera che lo ha coinvolto anima e corpo - racconta ancora Giancarlo jr - A un certo punto lui ha abbandonato ogni altro hobby o interesse, perché aveva solo il Piper e poi tutti gli altri locali cui ha dato vita come il Gilda e l'Alien. Ma il Piper è stato per lui una pietra miliare di un percorso che altrimenti era già segnato. Visto che per tradizione la sua famiglia era nel settore delle automobili. Il mio bisnonno vendeva carrozze, mio nonno e i suoi fratelli vendevano macchine".

Kurt Kobain diede di matto durante un concerto

"Mio padre aveva la passione per l'automobilismo, vinse tante coppe. Era amante delle Mille Miglia, ne ha fatte tante - dice ancora Bornigia - Ma con la nascita del Piper, aveva 35 anni allora, ha abbandonato tutto incentrando la sua vita su questo mestiere. Seguiva soprattutto la parte amministrativa, mettendo ordine alle idee di Crocetta che curava di più la parte creativa".

Nel 1970 Crocetta e Bornigia si separano. "Il Piper continuò a mantenere la tradizione della musica dal vivo ma quei fermenti non c'erano più - sottolinea il figlio del fondatore del locale capitolino - Era arrivata la discoteca e quindi il locale si è evoluto". Negli anni Ottanta arriva Mr. Franz (all'anagrafe Francesco Giavatto) e diventa il direttore del locale, che "trasformava ogni serata in un evento speciale. Ha rivoluzionato la vita del Piper, dove il venerdì sera potevano entrare solo i pariolini, quelli che abitavano nel quartiere Parioli dove si trova il locale".

Questi sono gli anni della nascita della musica house dance e del rap: "Per il Piper sono passati alcuni dei dj più importanti come Peter e Paul Micioni, Corrado Rizza, Stefano De Nicola, Marco Trani, Alvaro Ugolini & Dario Raimondi, oltre a un allora sconosciuto Jovanotti e a Roberto D’Agostino". Resta famoso l'episodio alla fine degli anni '80 in cui il cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, "durante il concerto al Piper per la promozione dell'album 'Bleach' "diede di matto. Cominciò a spaccare la chitarra e salì su una trave minacciando di buttarsi di sotto".

L'esibizione extra di Pete Doherty in cima al cancello dell'uscita di sicurezza

Negli anni Novanta arriva la musica 'tecno' ed 'elettronica' e alla consolle del Piper ci sono altri dj come Coccoluto, Fargetta, Linus, Albertino. Il sabato e la domenica pomeriggio centinaia di ragazzi provenienti da tutti i quartieri di Roma frequentavano il locale di via Tagliamento. "In realtà il sabato pomeriggio era un appuntamento importante anche negli anni Sessanta, ma a un certo punto ci fu un'ordinanza del questore di Roma che vietò al locale di aprire il pomeriggio perché distoglieva i ragazzi dello studio", ricorda Giancarlo Bornigia jr.

A metà degli anni 2000 la musica live torna, con concerti unici di star nazionali come Niccolò Fabi, Gianluca Grignani, Tiromancino, Giuliano Palma & Blue Beaters. E internazionali come i 'Babyshambles' di Pete Doherty: "Era il 2006. Successe il delirio perché Pet Doherty gettò un'asta in mezzo al pubblico che non gradì il gesto e lanciò una bottiglia che arrivò in testa al batterista che rimase ferito. Poi però alla fine del concerto una cinquantina di fan attesero Doherty fuori dall'uscita di sicurezza. Lo placcarono e gli diedero una chitarra in mano. A quel punto lui salì in cima al cancello dell'uscita e si mise a fare un secondo concerto di 40 minuti".

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