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Dal Russiagate all’inchiesta sui fondi, tutti i guai giudiziari della Lega

11 settembre 2020 | 13.54
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(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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L’arresto di tre commercialisti vicini alla Lega nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sulla Lombardia Film Commission (che cammina parallelamente a quella genovese sui 49 milioni di euro), è solo l’ultimo dei casi giudiziari che coinvolgono la Lega e, in alcuni casi, direttamente il suo leader Matteo Salvini. Quelli che hanno fatto più rumore hanno a che fare con la questione sbarchi e, dunque, con i casi Open Arms, Diciotti, Gregoretti, Sea Watch3 e Alan Kurdi. Il 30 luglio scorso il Senato ha concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per la vicenda Open Arms, che lo vede indagato di sequestro plurimo di persona aggravato e abuso d'atti d'ufficio.

Il 25 agosto del 2018 Salvini venne iscritto nel registro degli indagati anche in relazione al mancato sbarco della nave Diciotti della Guardia Costiera. In quel caso la procura di Agrigento contestò il sequestro di persona, l’arresto illegale e l’abuso d'ufficio. L’autorizzazione a procedere venne respinta anche col voto del M5S. Pochi mesi dopo Salvini (quando la maggioranza fra Lega e M5S era già stata archiviata) venne indagato anche in relazione alla nave Gregoretti per sequestro di persona.

L’autorizzazione a procedere fu concessa anche con il voto del M5S. Salvini, poi, finì indagato per sequestro di persona (in quel caso con il premier Conte, Di Maio e Toninelli) per la vicenda Sea Watch3 e poi archiviato. Ma nel settembre del 2019 venne di nuovo indagato per diffamazione sempre in relazione al caso Sea Watch3 dopo la denuncia presentata da Carola Rackete, comandante della nave. Nel novembre del 2019, infine, fu archiviata anche l’accusa di abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio contro Salvini, indagato per aver vietato lo sbarco della nave tedesca Alan Kurdi.

Sbarchi a parte, il leader della Lega andrà a processo il prossimo 19 ottobre a Torino perché accusato di vilipendio dell'ordine giudiziario. Nel corso del congresso regionale della Lega, infatti, Salvini, parlando delle inchieste sulle “spese pazze” di alcuni politici in Liguria, disse: "Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare". Ci sono, poi, le inchieste che non riguardano direttamente il leader della Lega. Il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, ad esempio, è stato rinviato a giudizio per un presunto finanziamento illecito da 40mila euro concordato, tra il 2015 e il 2016, con il patron di Esselunga Bernardo Caprotti (morto nel 2016).

Finanziamento che, stando alle accuse, sarebbe dovuto andare all'associazione “Più voci”, di cui Centemero era legale rappresentante, ma che sarebbe finito nelle casse del Carroccio per rimpinguare le casse di Radio Padania. Lo stesso Centemero è indagato nell'inchiesta romana su un presunto finanziamento illecito da 250mila euro, finiti sempre all'associazione “Più voci”, da parte di una società in passato riconducibile all'imprenditore romano Luca Parnasi.

Una delle inchieste mediaticamente più rumorose che hanno coinvolto il mondo leghista è quella della procura di Milano sul cosiddetto “Russiagate”. In questo caso Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini e presidente dell’associazione Lombardia-Russia, è indagato per corruzione internazionale per la vicenda relativa ai presunti fondi russi su cui si sarebbe trattato il 18 ottobre del 2018 all’hotel Metropol di Mosca. Inoltre, sotto inchiesta per autoriciclaggio sono anche il senatore ed ex sottosegretario della Lega, Armando Siri, indagato per due presunti mutui concessi dalla Banca Agricola Commerciale di San Marino al senatore (Siri è anche indagato per corruzione in relazione a una presunta tangente ricevuta da Paolo Arata, imprenditore considerato vicino al “re dell’eolico” Vito Nicastri, ritenuto legato a Matteo Messina Denaro).

Fra le inchieste che coinvolgono la Lega c’è anche quella sul governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato dalla Procura di Milano nell'inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di camici da parte della società gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie detiene il per cento. Infine, l’inchiesta riguardante il tentativo dei poliziotti della scorta di Salvini di impedire a un giornalista di Repubblica di riprendere il figlio del leader del Carroccio a bordo di una moto d’acqua della polizia (archiviata).

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