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Deif, il leader 'fantasma' dell'ala militare di Hamas stratega dei tunnel

03 agosto 2014 | 15.15
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Uno dei tunnel scavati dai militanti di Hamas (Xinhua)
Uno dei tunnel scavati dai militanti di Hamas (Xinhua)

"Una leggenda per i bambini e per chiunque a Gaza", il nemico numero uno per Israele, che ha tentato più volte di farlo fuori. E' Mohammed Deif, il leader delle Brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas, la mente della strategia del lancio di razzi contro lo Stato ebraico e della costruzione dei tunnel per infiltrare uomini e armi. E il più inflessibile oppositore al cessate il fuoco con Israele fino a quando non sarà revocato l'embargo contro la Striscia di Gaza e riaperti i valichi con l'Egitto.

Nato a Khan Younis più o meno 50 anni fa, Deif è in realtà un 'fantasma' sia per gli israeliani che per i palestinesi: l'ultima sua foto risale ad almeno due decenni fa e sono in pochissimi ad avere un contatto diretto con lui. Secondo quanto ricostruisce il "Washington Post", nessuno sa neanche se Mohammed Deif sia il suo vero nome, anzi, alcuni analisti sostengono che sia nato come Mohammed al-Masri e che abbia assunto il 'nome da combattimento' con cui è noto da un personaggio che aveva interpretato a teatro ai tempi dell'università.

Perché a Deif, da studente di Scienze all'Università islamica di Gaza, piaceva molto fare l'attore e aveva fondato un gruppo, chiamato "The Returners" (coloro che tornano), in riferimento al desiderio dei palestinesi di tornare nella terra in cui vivevano prima della nascita dello Stato di Israele.

Una passione, quella della recitazione, che Deif ha mantenuto anche dopo essere diventato un militante di Hamas - dopo l''iniziazione' con la Fratellanza musulmana, di cui il movimento di resistenza islamico è una costola - prestando il proprio volto nei video di propaganda del gruppo. Nel 1990 viene arrestato per la prima volta dagli israeliani, che però lo rilasciano dopo poco. Ed è da allora che partecipa attivamente alla creazione delle Brigate al-Qassam, dimostrando un'abilità particolare con le armi, in particolare con razzi e bombe.

Nel 1996, dopo la morte dell''ingegnere' di Hamas, Yahya Ayash, ucciso dagli israeliani con un cellulare imbottito di esplosivo, Deif assume un ruolo sempre più centrale nelle Brigate e nell'ideazione degli attacchi contro il 'nemico sionista'. Parallelamente sparisce dalla circolazione e nel 2002 diventa il leader del braccio armato di Hamas, diventando, secondo l'intelligence dello Stato ebraico, la mente di tutti i più sanguinosi attentati suicidi contro autobus e ristoranti israeliani del decennio scorso.

E' in quel periodo che sopravvive a numerosi tentativi di ucciderlo, tentativi che lo avrebbero lasciato cieco da un occhio e su una sedia a rotelle. E che hanno contribuito ad accrescere la leggenda intorno al suo personaggio, che i palestinesi considerano un eroe, anche per il suo stile di vita frugale, in contrasto con quello di Khaled Meshaal, il leader politico di Hamas in esilio in un hotel a cinque stelle nel Qatar.

"Mantiene un basso profilo e vive nascosto tra la gente - racconta Imad Falouji, un ex leader di Hamas e fondatore delle Brigate, uno dei pochi che può vantarsi di averlo incontrato - Si muove con diverse identità e diversi passaporti e finora è riuscito a nascondersi perché gira con una cerchia molto ristretta di persone. E' per questo che è ancora vivo".

Durante quest'ultimo conflitto il suo seguito è aumentato ulteriormente, soprattutto dopo il l'audio preregistrato mandato in onda dalle tv palestinesi nei giorni scorsi, nel quale tuonava il suo 'no' alla tregua contro Israele. Che a ragione lo considera dunque come l'ostacolo principale al cessate il fuoco. "Chi decide dentro Hamas è Mohammed Deif - ha detto al "Washington Post" il generale israeliano in pensione Giora Eiland, ex consigliere per la sicurezza nazionale - E' contrario al cessate il fuoco perché crede che ogni giorno di battaglia in più sia un successo per il movimento". I 27 giorni di offensiva ed i 63 morti israeliani non sembrano avergli dato troppo torto.

Nella sua strategia, oltre allo sviluppo di razzi sempre più sofisticati per colpire Israele, rientra anche la costituzione di una forza di combattenti addestrati per infiltrarsi attraverso i tunnel e colpire, senza farsi saltare in aria. A dispetto del suo standing, però, Deif non avrebbe alcuna intenzione di prendere il posto di Meshaal alla guida di Hamas, perché, sostengono gli analisti, dovrebbe accrescere la sua visibilità, aumentando così anche le possibilità di Israele di ucciderlo. "Le sue ambizioni non riguardano la vita politica - è la convinzione di Hamza Abu Shanab, il cui padre fu tra i fondatori del movimento - Vuole solo cacciare l'occupazione israeliana attraverso la resistenza armata".

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