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Cuba: l'Avana rivuole Guantanamo, tema sollevato durante trattive con Usa

02 gennaio 2015 | 17.25
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L'Avana ha sollevato più volte la questione durante le trattative per la ripresa dei rapporti diplomatici. La base militare esiste dal 1903 e gli Stati Uniti pagano un'affitto annuale di 4.085 dollari che Cuba si rifiuta di incassare.

Filo spinato attorno a Camp Delta, il centro di detenzione della base di Guantanamo. - (INFOPHOTO)
Filo spinato attorno a Camp Delta, il centro di detenzione della base di Guantanamo. - (INFOPHOTO)

Per i cubani, Guantanamo rimane una spina nel fianco. La restituzione della base militare, tristemente famosa in tutto il mondo come luogo di torture, è un tema che è stato sollevato più volte dall'Avana durante i negoziati segreti culminati il mese scorso con lo storico annuncio della ripresa dei rapporti diplomatici. "Era logico che i cubani l'avrebbero sollevato", dice al New York Times un alto funzionario del dipartimento di Stato americano. La questione, spiega, non era al centro delle trattative, ma "è vero che Guantanamo è spuntata fuori ogni volta, anche nelle discussioni sui migranti, come una questione di principio".

La base militare in territorio cubano è un residuo del passato ed è intrecciata strettamente con la storia delle difficili relazioni fra i due paesi, iniziata nel 1898 con l'invasione americana di Cuba nel pieno della guerra fra Stati Uniti e Spagna. Washington concesse l'autogoverno a Cuba nel 1902, ma l'emendamento Platt voluto dal Congresso americano impose la costruzione di una base militare e una serie di condizioni alla nuova costituzione cubana, che lasciavano ampio spazio di manovra agli Stati Uniti nella politica locale. Nel 1903 fu firmato un trattato per affittare la base a tempo indeterminato.

Con la rivoluzione cubana del 1959, finì l'era dei contatti fra la base militare e le vicine città di Guantanamo e Caimanera, dove erano numerosi i bar e bordelli frequentati dai soldati. Ma la base è sempre rimasta e gli Stati Uniti continuano a pagare un'affitto annuo di 4.085 dollari, che l'Avana si rifiuta d'incassare.

L'Avana ha tentato senza successo di opporsi alla trasformazione della base in una prigione per terroristi stranieri e le notizie degli abusi sui prigionieri non hanno certo facilitato le cose. La chiusura del centro di detenzione di camp Delta è una delle promesse non rispettate della presidenza di Barack Obama e all'interno vi rimangono ancora 127 prigionieri. Ma anche se il presidente americano riuscirà nel suo intento, appare difficile che gli Stati Uniti rinuncino alla base.

A Cuba tuttavia vi è unanimità, anche fra gli oppositori al regime, sulla necessità che la base di Guantanamo venga restituita all'isola. Per ora l'area è sorvegliata come fosse un confine. E per accedere alla zona circostante bisogna superare tre "trincee antimilitariste", ovvero posti di blocco militari. Chi abita nella zona controllata vicino alla base riceve un piccolo sussidio per compensare i disagi, fra cui la necessità di esibire un permesso ad ogni uscita. I contatti con la base militare sono praticamente inesistenti. Gli ultimi due residenti locali che vi lavoravano sono andati in pensione nel 2012.

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