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Dai terremoti alle alluvioni: ecco cosa spaventa di più gli italiani

Ricerca dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future

Dai terremoti alle alluvioni: ecco cosa spaventa di più gli italiani
14 maggio 2025 | 16.12
LETTURA: 4 minuti

Italiani preoccupati per le calamità naturali, soprattutto terremoti (56%), alluvioni (52%) e piogge torrenziali (38%). E più di una persona su due (58%) afferma di sentirsi impreparata per simili emergenze. E' quanto emerge dalla ricerca svolta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto nato dalla collaborazione tra Credem e Almed (Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore). Ha contribuito alla ricerca anche il Master di Almed 'Crisis&Disaster Management: le Funzioni Organizzative in Protezione Civile, Sicurezza e Difesa civile'.

Il sondaggio condotto nel marzo 2025 dai ricercatori dell’Università Cattolica, in collaborazione con il panel provider Bilendi, rivela una forte preoccupazione tra la popolazione, soprattutto per terremoti, alluvioni e piogge torrenziali, calamità citate rispettivamente dal 56%, 52% e il 38% del campione intervistato (survey quantitativa via web su panel proprietario Bilendi: 500 soggetti rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne).

I dati differiscono in maniera significativa nelle diverse aree geografiche. Nel Nord Est si registra un maggiore timore per terremoti (64% vs 56% del totale nazionale) e alluvioni (55% vs 51% del totale nazionale). Al Nord Ovest invece la paura per i terremoti è molto meno evidente (44% vs 56% del totale nazionale), mentre destano maggior preoccupazione rispetto al resto d’Italia le piogge torrenziali (46% vs 38% del totale nazionale) e le trombe d’aria (42% vs 33% del totale nazionale). Al Centro Italia la paura per terremoti e alluvioni è elevata (circa il 60% vs 56% e 52% del totale nazionale), ma sale anche la percezione del rischio rispetto alle eruzioni vulcaniche (15% vs 8% del totale nazionale). Per quanto riguarda il Sud si registrano i seguenti dati sopra la media nazionale: il 60% della popolazione è preoccupata dai terremoti (rispetto al 56% del totale nazionale), il 27% dai maremoti (rispetto al 14% del totale nazionale) e il 13% dalle eruzioni vulcaniche (rispetto all’8% del totale nazionale).

Nonostante il 42% degli intervistati affermi di essere stato colpito da eventi catastrofici e di sapere come affrontarli, il 58% si sente impreparato per una simile emergenza. Il sentimento prevalente è la paura (citata dal 48% degli italiani, con un picco del 64% nelle regioni del Centro e del 56% sugli under 45 anni). La paura si accompagna a rabbia e indignazione per il 27% degli italiani, stato d’animo che sale al 35% sugli over 65 anni.

Riguardo ai rischi idrogeologici, la deforestazione (61%, con un picco del 71% al Sud), la scarsa manutenzione dei corsi d'acqua (58%, con un picco del 64% al Nord Est) e la cementificazione (44%) sono le cause principali identificate dagli intervistati. Al Sud, l'abusivismo edilizio è un tema di grande preoccupazione, citato dal 51% dei residenti nelle regioni meridionali). Le proposte per contrastare tali rischi includono la manutenzione dei corsi d'acqua (72%), la riforestazione (49%) e il controllo dello sviluppo urbano (42%).

Per il 38% degli italiani si parla troppo poco di catastrofi naturali e delle conseguenze del riscaldamento globale, per il 45% se ne parla in maniera troppo sensazionalistica e per il 13% se ne parla solo nell’ottica di creare allarmismo, senza delineare possibili soluzioni. Solo per il restante 4% i media affrontano la questione in maniera efficace. L’informazione su queste tematiche non ha canali informativi di elezione, ma va sottolineata la rilevanza - accanto alla tv e ai siti web informativi - dei siti istituzionali e governativi (citati dal 27% della popolazione) e delle testate locali (citate come efficaci dal 23% della popolazione, sui medesimi livelli della stampa nazionale con un picco del 30% al Nord Est). Seguiti sono anche i canali YouTube, capaci di raccontare in presa diretta le calamità naturali (citati dal 16% della popolazione e dal 25% della popolazione under 45 anni).

"Per Credem la responsabilità sociale d'impresa non ha mai rappresentato l’esecuzione di un mero adempimento, ma un obiettivo primario che guida le nostre azioni - ha dichiarato Luigi Ianesi, Responsabile relazioni esterne di Credem - Iniziative come l'Osservatorio Opinion Leader 4 Future rappresentano un impegno concreto per realizzare un impatto positivo nella società, accrescendo la cultura informativa delle persone su temi cruciali come la prevenzione dei rischi naturali. Siamo convinti che persone consapevoli e informate possano contribuire attivamente per generare una società più attenta e capace di prendere decisioni appropriate per proteggersi dalle calamità naturali, migliorando la qualità della vita e la sicurezza di ogni cittadino".

“I rischi naturali rappresentano sempre più una minaccia reale e concreta alla sicurezza delle persone, degli ambienti e delle infrastrutture essenziali. Comprendere le vulnerabilità tipiche e gli aspetti di criticità è fondamentale. Per farlo al meglio è necessario focalizzarsi sulla definizione di buone pratiche della comunicazione dei rischi e sull’alta formazione professionale”, afferma Barbara Lucini, ricercatrice Itstime e coordinatrice didattica del Master in Crisis&Disaster Management.

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