
La multinazionale californiana, secondo l'esecutivo Ue, avrebbe violato le norme antitrust europee distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie. Il colosso annuncia ricorso
La Commissione Europea ha multato Google per 2,95 miliardi di euro. La multinazionale californiana, secondo l'esecutivo Ue, avrebbe violato le norme antitrust europee distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie (adtech). Secondo la Commissione, Google avrebbe favorito i propri servizi tecnologici per posizionare la pubblicità online, a scapito dei fornitori concorrenti, degli inserzionisti e degli editori online.
La Commissione ha quindi ordinato a Google di porre fine a queste pratiche e di attuare misure per rimediare ai suoi "conflitti di interesse intrinseci" lungo la catena di fornitura dell'adtech. Google ha 60 giorni di tempo per informare la Commissione su come intende procedere.
La decisione di oggi, dice la vicepresidente e commissaria alla Concorrenza Teresa Ribera, "dimostra che Google ha abusato della sua posizione dominante nell'adtech, danneggiando editori, inserzionisti e consumatori. Questo comportamento è illegale ai sensi delle norme antitrust dell'Ue".
Per Ribera, Google "deve ora presentare una seria soluzione per risolvere i suoi conflitti di interessi e, se non lo farà, non esiteremo a imporre misure rigorose. I mercati digitali esistono per servire le persone e devono essere fondati sulla fiducia e sull'equità. E quando i mercati falliscono, le istituzioni pubbliche devono agire per impedire agli attori dominanti di abusare del loro potere".
Secondo la vicepresidente, "la vera libertà significa parità di condizioni, dove tutti competono ad armi pari e i cittadini hanno un autentico diritto di scelta".
"La decisione della Commissione Europea sui nostri servizi adtech è errata e faremo ricorso". Lo annuncia Lee-Anne Mulholland, vicepresidente e Global Head of Regulatory Affairs di Google. Per la dirigente, la decisione "impone una sanzione ingiustificata e richiede modifiche che danneggeranno migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitti. Non c'è nulla di anticoncorrenziale nel fornire servizi ad acquirenti e venditori di pubblicità, e ci sono più alternative che mai ai nostri servizi".
La decisione della Commissione Ue ha scatenato l'ira del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha giudicato la misura ''ingiusta''.
''Oggi l'Europa ha 'colpito' un'altra grande azienda americana, Google, con una multa di 3,5 miliardi di dollari, sottraendo di fatto denaro che altrimenti sarebbe andato a investimenti e posti di lavoro americani. Questo si aggiunge alle numerose altre multe e tasse emesse contro Google e altre aziende tecnologiche americane, in particolare. Davvero ingiusto, e il contribuente americano non lo tollererà!'', ha scritto Trump su Truth Social.
''Come ho già detto, la mia Amministrazione non permetterà che queste azioni discriminatorie continuino. Apple, ad esempio, è stata costretta a pagare 17 miliardi di dollari di multa che, a mio parere, non avrebbe dovuto essere inflitta. Dovrebbero riavere indietro i loro soldi!'', ha proseguito Trump.
''Non possiamo permettere che questo accada alla brillante e senza precedenti ingegnosità americana e, se ciò dovesse accadere, sarò costretto ad avviare un procedimento ai sensi della Sezione 301 per annullare le sanzioni ingiuste imposte a queste aziende americane contribuenti'', ha continuato Trump facendo riferimento alla legge sui dazi.
''L'Unione Europea deve porre fine alle azioni contro le aziende americane'', ha poi ribadito sul social. "Google ha anche pagato, in passato 13 miliardi di dollari in false richieste e addebiti per un totale di 16,5 miliardi di dollari. Quanto è assurdo?'', si è chiesto il tycoon.