Confcommercio: "Segnali incoraggianti da dati definitivi"
A novembre 2025 l'infazione scende. L'Istat rende noto che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,1% su base annua (da +1,2% del mese precedente); la stima preliminare era +1,2%. Sulla dinamica dell’indice generale incidono gli effetti dovuti al rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,1% da +1,9%), degli energetici regolamentati (-3,2% da -0,5%) e di alcune tipologie di servizi, in particolare i trasporti (+0,9% da +2,0%), solo parzialmente compensato dall’attenuarsi della flessione di quelli degli energetici non regolamentati (-4,3% da -4,9%).
Si riduce, rileva Istat, anche il tasso di crescita su base annua dei prezzi del 'carrello della spesa' (+1,5% da +2,1%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +1,7% (da +1,9%).
''Al di là della marginale revisione al ribasso dell’inflazione di novembre ci sono altri importanti segnali che provengono dai dati definitivi. Rispetto alle stime preliminari risalta la sensibile revisione al ribasso della dinamica dei prezzi degli alimentari, da +0,5% congiunturale della prima stima a +0,1% del dato definitivo, a confermare come i prezzi di questi prodotti siano sostanzialmente fermi da agosto. Questa revisione ha impattato sul 'carrello della spesa' i cui prezzi sono stazionari rispetto a ottobre, con un tendenziale ridottosi all’1,5% dall’1,9% della prima stima''. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.
''Per apprezzarne il rallentamento è sufficiente ricordare che ad agosto il tendenziale si collocava al 3,4%. A completare le buone notizie sul versante dei prezzi c’è l’ulteriore ridimensionamento, su base mensile, dell’inflazione di fondo, anch’essa rivista al ribasso, a conferma dell’assenza di tensioni sistemiche attuali e, presumibilmente, anche prospettiche. Nel complesso, il quadro odierno della variazione dei prezzi al consumo potrebbe avere effetti positivi sulla fiducia delle famiglie e contribuire a sostenere i consumi, a partire da dicembre e dal Natale in particolare'', conclude Confcommercio.