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Libia: esperta, conflitto trae linfa da denaro Banca Centrale a milizie

20 agosto 2015 | 12.14
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Gazzini (Icg), 'ma al momento non ci sono condizioni per fermare questo flusso'

Un miliziano libico in azione nell'est del paese
Un miliziano libico in azione nell'est del paese

Il conflitto tra le milizie libiche "riesce a mantenersi vivo" anche con il denaro che la Banca Centrale continua a far affluire verso i due governi di Tobruk e Tripoli. In questo modo "chi è impiegato nel conflitto continua ad essere pagato", ma al momento "non ci sono le condizioni" per fermare questo flusso di denaro. Lo afferma ad Aki-Adnkronos International Claudia Gazzini, esperta di Libia presso l'International Crisis Group (Icg), analizzando la situazione nel paese nordafricano che appare sempre più nel caos.

"La Banca Centrale, che ha una sede a Tripoli e un'altra nell'est del paese, continua a pagare gli stipendi degli impiegati dei governi di Tripoli e Tobruk (quest'ultimo è unico governo riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr). Questo significa che tutti i miliziani arruolati prima della divisione politica continuano a ricevere gli stipendi". E la battaglia continua tra combattenti fedeli a Tripoli e a Tobruk.

Fermare i finanziamenti di denaro alle milizie, ritenuto uno dei nodi principali da sciogliere per pacificare la Libia, non è così semplice, mette in guardia l'esperta di Icg. "E' difficile che (la Banca Centrale, ndr) prenda una decisione del genere al momento", sostiene Gazzini, precisando che una delle ipotesi potrebbe essere quella di "congelare i fondi della Banca Centrale, ma poi come verrebbero pagati gli impiegati pubblici? Si rischierebbe di creare una crisi socio-economica".

"Se oltre a questo ci sono poi specifiche milizie che ricevono altre forme indirette di finanziamento non è possibile stabilirlo - dichiara Gazzini - Nelle condizioni attuali però è molto facile accaparrarsi denaro dallo Stato e usare capitali per stringere alleanze. Ma queste sono congetture".

Esclude invece che la Banca Centrale della Libia paghi le milizie il ministro dell'Informazione e della Cultura di Tobruk, Omar El Guwairi. Interpellato sulla questione da Aki, il ministro sostiene che "il governo di Tobruk non ha milizie, ma un esercito che combatte il terrorismo. Invece a Tripoli ci sono milizie e bande armate che rubano con le minacce alle banche nazionali e alle istituzioni statali".

Anche secondo Mustafa Ali Rugibani, incaricato d'affari dell'ambasciata di Libia presso la Santa Sede, la Banca Centrale non finanzia le milizie, ma solamente - afferma ad Aki - "il personale dei due governi di Tobruk e Tripoli", come "impiegati dei ministeri della Difesa, dell'intelligence, della polizia e dell'esercito". E questo flusso di denaro - a suo parere - "non deve fermarsi" perché presto "ci sarà un governo di unità nazionale" e gli impiegati "devono continuare a ricevere gli stipendi".

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